Il Papa ricorda i 10 milioni di morti dell’Holodomor, la carestia provocata da Stalin in Ucraina (VIDEO). Poi un pensiero all’Humanae Vitae

“Preghiamo per quel caro Paese e per la pace tanto desiderata”. Papa Francesco ha concluso con questa esortazione il suo ricordo dell’Holodomor, “la terribile carestia – ha detto – provocata dal regime sovietico che causò milioni di vittime”. “L’immane ferita del passato sia un appello per tutti perché tali tragedie non si ripetano mai più”, ha detto Francesco sottolineando la ricorrenza dell’85esimo anniversario dell’Holodomor ricordata nei giorni scorsi a Roma con una grande iniziativa culturale che si è tenutaa l cinema Farnese (e alla Biblioteca Angelica) con la proiezione del film di George Mendeluk “Raccolto amaro”, che racconta di una giovane coppia che si trova a vivere sulla propria pelle le devastazioni provocate dalla politica genocida di Stalin nei confronti dell’Ucraina negli anni ’30.

“La fame continua a menar strage così imponente fra la popolazione, che resta del tutto inspiegabile come il Mondo rimanga indifferente di fronte a simile catastrofe…”, scriveva nel 1933 il console italiano a Kharkov Sergio Gradenigo si chiedeva il perché della mancata reazione dell’Occidente di fronte all’atrocità dell’Holodomor, il criminale programma di politica agraria messo in atto in Ucraina da Stalin che, privando la popolazione delle più basilari forme di sussistenza, provocò la morte di circa 10 milioni di persone. Eppure, nonostante le testimonianze raccontino di corpi scheletrici, città decimate e immense fosse comuni, il terribile genocidio del popolo ucraino per inedia – l’Holodomor, avvenuto tra il 1932 e il 1933, significa letteralmente “morte per fame” – ancora oggi difficilmente trova posto sui libri di storia e negli anni è colpevolmente scivolato nell’oblio.

“Saluto i partecipanti al Congresso sulla fertilità, promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore nel 50° anniversario dell’Enciclica Humanae vitae di San Paolo VI”, ha detto inoltre dopo l’Angelus, per poi rivolgersi alla piazza gremita: “Siete stati coraggiosi a venire con questa pioggia!”. Il Pontefice ha quindi salutato in particolare “tutti voi pellegrini, venuti dall’Italia e da diversi Paesi: le famiglie, i gruppi parrocchiali, le associazioni. In particolare, saluto le numerose corali venute per il loro Terzo Convegno Internazionale in Vaticano, e le ringrazio per la loro presenza e per il loro prezioso servizio alla liturgia e all’evangelizzazione”.

Francesco ha poi citato “gli universitari di giurisprudenza dell’Università Roma Tre, e i fedeli di Pozzuoli, Bacoli e Bellizzi”. “Auguro a tutti una buona domenica. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.