Il Pd si propone come il partito dell’Europa. Verso un congresso decisivo (di C. Meier)

La Sinistra italiana vuole ripartire e proporre al Paese delle ricette politiche che siano in grado di rispondere concretamente alle esigenze della società reale, nella quale la crescita economica latita e il dramma della disoccupazione, non soltanto giovanile, favorisce sempre più l’emergere di fenomeni quali l’esclusione e lo scoraggiamento. Una risposta concreta dovrà arrivare dalla nuova fase congressuale che si è ufficialmente aperta nella settimana appena conclusa, da qui si dovrà ricostruire, lasciandosi alle spalle lo psicodramma al quale tanti elettori e cittadini delusi hanno assistito, dalla sconfitta del Referendum Costituzionale del 2016, fino alla debacle delle scorse elezioni politiche nazionali.

L’impressione però del popolo smarrito della sinistra italiana è quella di assistere ancora ad uno spettacolo potenzialmente fratricida, dove le ragioni delle divisioni interne appaiono sempre meno ideologiche ma al contrario dettate da animosità e ambizioni personali. Non a caso il Reggente uscente Martina ha dichiarato venerdì pomeriggio, davanti allo sguardo attento di Gentiloni e della Boschi: “Non dimentichiamoci che l’unico nemico è la destra, cerchiamo di fare tutti un passo avanti e non un passo indietro, in questi difficili mesi abbiamo iniziato a impostare un lavoro di ricostruzione, nel Paese si è aperta una fase nuova e noi dobbiamo rimettere in campo il nostro rinnovato impegno per il futuro dell’Italia”. La difficoltà sarà riuscire a mantenere compatto il Partito dopo il cataclisma delle dimissioni del “Rottamatore”, che non si è nemmeno presentato in platea e parrebbe invece interessato a ridisegnare la Sinistra italiana promuovendo una moltitudine di liste civiche locali, dalle quali potrebbe eventualmente trarre la linfa necessaria per riproporsi davanti al popolo italiano. Renzi dentro il nuovo Pd o Renzi esterno alla casa dei democratici? Magari neointestatario di un potenziale tradizionale movimento centrista che potrebbe affiancare nelle future corse elettorali anche gli amici/nemici storici del Partito Democratico? E’ questo l’interrogativo che attanaglia grande parte del popolo e dei dirigenti della sinistra italiana.

Infatti, se da un lato sta maturando la consapevolezza dell’emergere di nuovi spazi politici, determinati dalla generale incertezza che circonda le ancora riforme potenziali del reddito di cittadinanza, e di quota cento, i due pilastri della coalizione giallo-verde; dall’altra parte il contenitore democratico deve essere resettato da zero, per anteporre all’ondata demagogica una solida proposta politica. Bisognerà cogliere l’occasione in tempi stretti, perché come ha dichiarato Martina “questo momento di maremoto rappresenta una grande opportunità, ma il Pd deve unire, ascoltare le piazze e fare squadra, prima, dopo e durante il congresso”.

Intanto il primo dato certo è che l’Assemblea nazionale del Pd ha aperto i battenti a un lungo percorso congressuale che porterà alle Primarie entro metà febbraio: tre mesi prima del fondamentale appuntamento delle elezioni europee del 2019. Renzi probabilmente avrebbe preferito rinviare il remake della sinistra italiana a dopo le europee, ma la situazione di grande incertezza politica del Vecchio continente, dove anche Angela Merkel risulta essere fortemente ridimensionata, ha accelerato le scadenze. Da adesso in avanti le parole d’ordine esortano alla compattezza e alla politica attiva sul territorio. I 5Stelle sono avvisati.

Christian Meier