Il Vangelo del giorno. Chi vuol essere il primo sia servo di tutti (di E. Pallotta)

Elisa Pallotta

Prima Lettura Is 53,2.3.10-11 / Seconda Lettura Eb 4, 14-16 /

Sal.32 / Vangelo Mc 10, 35-45

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Commento

Come aveva già predetto il profeta Isaia, “il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità”. Dunque la venuta, morte e risurrezione di Gesù, il Messia, che “offrirà se stesso in espiazione” e “dopo il suo intimo tormento vedrà la luce”, era già stata predetta. Nel Vangelo di oggi, i fratelli apostoli Giacomo e Giovanni, chiedono a Gesù un privilegio: poter sedere uno alla sua destra ed uno alla sua sinistra. Ma anche questo è già stato fissato, gli risponde Gesù. Per quanto Egli abbia potere su tutto, ci sono cose che il Padre ha voluto dall’eternità, e Lui, pur essendo nel Padre, è sottomesso alla Sua volontà. I due apostoli chiedono la gloria del regno, e Gesù non si indigna come gli altri apostoli alla richiesta dei figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni. Coglie in loro un desiderio di essere vicino a Lui anche nell’eternità, e gli dà la chiave per poter accedere ad avere un posto tra i primi: essere ultimi e servitori di tutti. Come Gesù che, fattosi uomo e sottoposto alla natura umana, offrendo tutta la sua vita per la salvezza degli uomini, fu servo fino alla morte e alla morte in croce, “uomo dei dolori che ben conosce il patire”, dice il profeta Isaia. Così Gesù ci svela come essere grandi tra gli uomini: non stando in cima ad un trono o ad una carica di gloria come i capi e i governanti delle nazioni che opprimono i loro sottoposti. Ma “chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. San Paolo, nella lettura di oggi, ci invita a rivolgerci alla misericordia e alla grazia di Gesù sommo sacerdote, Dio fattosi uomo, che come noi conosce la condizione umana e i suoi dolori. Non si indigna davanti alle nostre debolezze o goffaggini nel pregarlo e seguirlo, perché ci capisce più di chiunque altro e sa riconoscere la natura profonda dei nostri desideri, che hanno nella sostanza una loro dignità e bellezza. Anche se sono sbagliati nella forma, perché a volte non ci rendiamo conto di cosa chiediamo. Chi chiede con cuore puro e retto è certo dell’amore di Dio: “l’occhio del Signore è su chi lo teme, su chi spera nel suo amore, per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame” (Sal 32)

Elisa Pallotta