Il viaggio di Parolin in Moldavia. Inviato dal Papa in un paese troppo spesso dimenticato

“Una visita del Segretario di Stato pone il paese all’attenzione internazionale, per cui per quel paese si colloca al centro della carta geografica internazionale con l’interesse dei media, infatti una volta in Vaticano le riviste mondiali accreditate forniscono informazioni che il Segretario di Stato è andato là e oltre”. Lo afferma mons. Miguel Maury Buendía, nunzio apostolico in Moldavia, in occasione della visita, oggi e domani, del segretario di Stato vaticano, il card. Pietro Parolin, in occasione del 25° di presenza della Chiesa cattolica nella Repubblica della Moldova. Il nunzio spiega che il card. Parolin viene nel Paese “perché il presidente Dodon lo ha invitato. Lo ha invitato al Congresso delle Famiglie che si sta svolgendo qui. Mons. Anton Coşa, il vescovo cattolico di Chisinau, lo ha anche invitato, perché la Chiesa cattolica celebra 25 anni della sua presenza. Dopo la caduta del comunismo, la Chiesa e la gerarchia ecclesiastica sono state restaurate qui. Con questo duplice significato arriva il cardinale”. E a proposito della famiglia spiega: il problema, “non solo nella Repubblica di Moldova, ma in tutta l’ex Unione sovietica è che la famiglia allo sfascio, ci sono più divorzi che matrimoni. È una situazione in cui i bambini a causa della emigrazione rimangono con i nonni, nei casi migliori. Pertanto, il problema deve essere preso seriamente e richiede un’analisi approfondita”. Mons. Buendía ritiene che il Segretario di Stato parlerà anche di questo tema, invitando a superare l’egoismo, causa delle crisi, “se si vuole costruire un futuro”. Un problema che “non è solo una malattia moldava, ma di tutto il mondo attuale”.

Fonte: Sir