Venezuela, la Destra italiana contro Maduro. Fratelli d’Italia si fa pubblicità attentando all’autodeterminazione di un popolo

Un invito a sottoscrivere la segnalazione di sei Stati sudamericani (Argentina, Canada, Cile, Colombia, Paraguay e Perù) alla Corte Penale Internazionale dell’Aja contro il Venezuela per i crimini contro l’umanità commessi dal regime del dittatore comunista Nicolas Maduro. A rivolgerlo al governo italiano, in una mozione, è Fratelli d’Italia, il partito che affonda le sue radici nel Movimento Sociale di Giorgio Almirante più che nell’Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini, che in una conferenza stampa alla Camera si è impancato a giudice di un paese sovrano e ha di fatto attentato all’autodeterminazione del popolo venezuelano invocando interventi esterni in un paese che ha democraticamente eletto il suo governo.

“Per la prima volta degli Stati si sono rivolti al tribunale per denunciare un altro Stato – ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Esteri Andrea Delmastro – noi ci appelliamo al governo italiano perché denunci quello che sta succedendo in Venezuela, che riguarda anche una enorme comunità di italiani. Per noi Prima gli italiani vale anche in politica estera”. “La Camera dovrà votare questo atto – ha sottolineato il deputato Giovanni Donzelli – e apriremo la mozione alla firma di tutti i partiti. Ci auguriamo di raccogliere il maggior numero di firme possibile e che l’atto venga approvato all’unanimità, anche se abbiamo forti dubbi che questo accadrà per le ambiguità che ancora ci sono a sinistra. Confidiamo anche che la Lega ci aiuti a convincere il Movimento 5 Stelle sulla necessità di intervenire”.

“Fratelli d’Italia – ha sostenuto il presidente dei deputati di FdI Francesco Lollobrigida – si è impegnato e battuto con forza per questa battaglia: c’è un regime che toglie la libertà al suo popolo e va combattuto con ogni mezzo. Siamo a disposizione come gruppo parlamentare per aiutare il Venezuela e sensibilizzare il governo”.

“Chi dice che sono un dittatore può andare all’inferno. So chi sono – un uomo modesto, cresciuto sulla base del sindacalismo e dei valori di Simon Bolivar. Non avrei mai potuto essere un dittatore”, ha detto Maduro proprio mentre a Montecitorio andava in onda questa pagliacciata. Rivolgendosi ad un gruppo di simpatizzanti del governo che, dopo aver partecipato ad un corteo a Caracas nella ‘Giornata dello studente universitario’ erano giunti al palazzo presidenziale di Miraflores ha difeso ancora una volta “il diritto alla pace e il diritto che abbiamo ad un autonomo sviluppo nazionale”. Maduro ha quindi sottolineato che “i giovani debbono essere i leader di un Venezuela felice e prospero” perché nelle loro mani si trova “lo sviluppo scientifico, tecnologico e la la pace futura della Patria”. Da qui lo slogan – che francamente non ci piace – di “studio e fucile” che evoca, ma Maduro evidentemente ignora questo dettaglio, il detto fascista “libro e moschetto”.

Maduro ha annunciato anche l’offerta di aiuti economici a giovani colombiani che non possono studiare per il perdurante sciopero che paralizza le università del loro Paese. In Colombia, ha ricordato il presidente, “gli studenti sono in sciopero da oltre 40 giorni perché il governo non intende stanziare più fondi per l’istruzione pubblica”. Io, ha proclamato, “offro 20.000 borse di studio agli studenti colombiani che vogliano venire in Venezuela. Che vengano qui a studiare medicina e ingegneria, o quello che vogliono!”.