La Liguria dichiara guerra alla mafia. Un’iniziativa dei 5 Stelle (di C. Meier)

Pochi giorni fa la Regione Liguria ha approvato all’unanimità un ordine del giorno targato M5S per istituire una commissione d’inchiesta sulle mafie in Liguria.

La capogruppo Alice Salvatore ha ribadito che il fenomeno dell’infiltrazione della criminalità è purtroppo molto radicato in Liguria, da Ponente a Levante senza eccezioni.

I settori nei quali l’intero tessuto territoriale è più vulnerabile sono gli appalti pubblici per l’edilizia, il traffico di stupefacenti, il proliferare del gioco d’azzardo, e lo smaltimento dei rifiuti.

Si auspica che dalle parole si passi ai fatti, contrastando anche attraverso misure preventive il degenerare del fenomeno mafioso, in grado di aumentare la corruzione e incentivare l’economia sommersa di tutta la Liguria.

Liguria terra di mafia

«Gli elementi di allarme sono numerosi in quanto a differenza di altre regioni del centro nord in Liguria stanno iniziando ad emergere le contiguità tra la corruzione, la politica e la mafia. Il fatturato stimato è di circa 10-11 miliardi di euro», afferma la Fondazione Antonino Caponnetto stilando il rapporto sulle mafie in Liguria.

Il fatturato delle organizzazioni criminali «è proporzionato alle stime nazionali oscillanti tra i 140-150 miliardi di euro che salgono a 200 con le mafie straniere ed a 2000 nei 27 paesi del parlamento europeo».

«Scrivere il rapporto sulle organizzazioni mafiose e sulla criminalità organizzata in Liguria non è stato facile – affermano i ricercatori – La mole di informazioni era così elevata che la strada scelta è stata quella di fare una sorta di schema riassuntivo di pura analisi invece che un elenco delle operazioni svolte. Dall’analisi emerge purtroppo un quadro poco confortante e rappresenta l’esempio di come una bellissima regione del nord dell’Italia possa rischiare di finire colonizzata dalla mafia».

«È necessario reagire a questa situazione affrontando il problema come cittadini, come classe politica e come magistratura evitando i gravi errori di sottovalutazione degli anni scorsi – dice la Fondazione -. Per evitare ciò e non scoprire in ritardo di essere circondati dai mafiosi, occorre farsi 5 domande: chi è? Cosa fa? Da dove prende i soldi? Da dove viene? Di chi si circonda? In questo modo si riducono i rischi di infiltrazione mafiosa».

La Liguria – sottolinea anche
l’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata – CROSS, Rapporto per la Presidenza della Commissione Parlamentare Antimafia, relativo al 2015 – rappresenta una regione storicamente appetibile per le principali organizzazioni criminali di tipo mafioso in ragione di molteplici fattori, taluni di natura prettamente geografica. Terra di confine, costituisce tuttora una base logistica per la gestione di latitanti che, passando per Ventimiglia, trovano rifugio nelle località contigue francesi; terra di mare, offre strategici snodi portuali in cui far confluire partite illecite di droga; terra di immigrazione, dalla seconda metà degli anni ’40 diviene residenza di esponenti criminali che si mimetizzano all’interno dei flussi migratori, provenienti soprattutto da Sicilia e Calabria, composti da onesti corregionali in cerca di occupazione; terra di soggiornanti obbligati, “ospita” esponenti di spicco del calibro di Antonio Macrì, inviato alla fine degli anni sessanta in un piccolo paese vicino a Genova; infine, terra del gioco d’azzardo – con il casinò di Sanremo – da decenni rappresenta una tra le principali sedi del riciclaggio di denaro di illecita provenienza.

 

 

 

Christian Meier