La Notte bianca della legalità ha aperto (e unito) i Tribunali di Napoli, Palermo, Genova e Roma

E’ stata un grande successo la Notte bianca della legalità che ha aperto ai ragazzi delle scuole le aule dei tribunali di Napoli, Palermo, Genova e Roma. Le varie iniziative hanno coinvolto complessivamente circa 1200 studenti in tutta italia. “L’apertura dei tribunali alle giovani e ai giovani, la possibilità che viene data loro di confrontarsi in queste “scuole di legalità” con esperti di indagini e di diritto e di avvicinarsi ai luoghi e alle pratiche della giustizia – ha commentato la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli in un messaggio inviato per l’evento – è importante per la crescita personale di cittadine e cittadini, ma anche per la vita civile di una società nel suo complesso”. “La legalità e la lotta alla criminalità organizzata deve diventare patrimonio di tutti. Si sconta ancora una mancanza di conoscenza soprattutto nelle giovani generazioni e per questo l’evento è importante”, ha detto Rosy Bindi, poco prima di intervenire alla manifestazione a Roma.

Accanto a Raffaele Cantone, presidente di Anac e a Federico Cafiero de Raho, procuratore nazionale Antimafia, anche il difensore del Napoli Kalidou Koulibaly ha partecipato alla “Notte bianca della Legalità” al Tribunale di Napoli con magistrati, giornalisti e attori. Studenti in delirio per il campione azzurro che ha firmato autografi e scattato selfie con i ragazzi. “Date sempre l’allarme, segnalate sempre casi, solo così si possono sconfiggere i razzisti”, ha detto agli studenti esortandoli a dare “un calcio al razzismo”. All’appuntamento, con la moderazione del giornalista Dario Del Porto, hanno partecipato anche il maestro di judo gianni Maddaloni e il dirigente azzurro Formisano.

A Palermo la manifestazione “Notte bianca per la legalità”, organizzata dall’Associazione Nazionale magistrati in collaborazione con il Miur. Alla manifestazione erano presenti moltissimi ragazzi delle scuole siciliane, oltre al questore Renato Cortese, i vertici del Tribunale di Palermo e dell’Anm e all’assessore, Emilio Arcuri. “Questo qui che abbiamo di fronte, a Palermo, non è un palazzo di giustizia come tanti altri, ma dentro c’è la storia eroica. In queste stanze hanno lottato e sofferto uomini che hanno cambiato la storia di questo paese, che si sono confrontati con un potere invincibile, non solo contro la mafia. E’ stato un percorso di guerra, seminati da lutto e di dolore. Come disse Borsellino poco prima di morire, che rimase non per senso dello stato o del dovere, ma per amore, come lo stesso Falcone. E questi ragazzi devono sapere che se sono più cittadini e meno sudditi lo devono all’anima segreta di questo palazzo”, ha detto il procuratore generale Roberto Scarpinato.
“Dopo la notte bianca dei musei, dello sport e delle scuola – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – celebriamo la notte bianca della legalità che conferma come questa sia sempre più radicata nella vita quotidiana di questa città che in questi ultimi 40 anni è profondamente cambiata, grazie anche all’impegno dei tanti hanno dedicato e sacrificato la vita per liberarla dal governo della mafia”.

Gli studenti di Genova, circa 350 dalle scuole medie e superiori, hanno potuto visitare il Palazzo di giustizia e scoprire tutti i dettagli, dietro alle quinte del lavoro di magistrati, avvocati, pm, e forze dell’ordine, trovandosi in pratica sulla scena del crimine alla ricerca di bossoli, tracce ematiche e impronte digitali. È successo alla notte bianca della legalità, nell’edizione genovese “La scena del crimine – scrive Repubblica – era simulata ma i ragazzi e le ragazze hanno davvero indossato mascherina, tuta cerata e guanti monouso, per maneggiare un manichino e capire come ci si comporta nei primissimi secondi che seguono il ritrovamento di una possibile vittima di omicidio. Altri gruppi hanno invece assistito alle procedure di disinnesco di ordigni da parte degli artificieri o di intervento dell’unità subacquea, o anche delle perquisizioni doganali di narcotici e merci contraffatte”. Gli argomenti trattati sono stati molti, di ogni genere: violenza domestica, contraffazione online e offline, vita in carcere e recupero sociale, bullismo, immigrazione e diritti dell’uomo, corruzione e mafie, doping, violazione del copyright, e altro ancora.

Sul palco, ad aprire l’evento organizzato dall’associazione nazionale dei magistrati in collaborazione col miur, anche i musicisti e gli attori della compagnia degli scatenati, che da tempo si occupa della riabilitazione e dei detenuti proprio attraverso l’arte e l’esperienza teatrale. “Abbiamo scelto Genova perchè è una città che ha molto da dire – ha spiegato a Repubblica Maddalena Oliva, giornalista e conduttrice della giornata – considerato il numero dei comuni sciolti per infiltrazione mafiosa in Liguria, che sono tantissimi. Questa è una regione, insieme alla Lombardia, dove l’infiltrazione della ‘ndrangheta e’ un fenomeno molto importante. Inoltre viene considerata una città fondamentale negli snodi del traffico internazionale di droga. Quindi quando parliamo di legalità parliamo anche e soprattutto di contrasto alle mafie. E poi parliamo di bullismo, cyber bullismo e fenomeni che riguardano di più l’ambito giovanile e che i ragazzi oggi, qui, avranno modo di conoscere meglio”.

A Roma, infine, l’evento si è aperto ufficialmente con l’inno nazionale italiano, suonato da alcuni studenti e studentesse. Subito dopo, nelle aule d’udienza sono iniziati i percorsi formativi che hanno affrontato temi cruciali riguardanti il malaffare, la corruzione, l’illegalità e la violenza. Sette tavole rotonde per parlare di stupefacenti, immigrazione, criminalità organizzata, violenza di genere, corruzione, cyberbullismo, famiglia e minori. “Oggi è la festa della legalità: un percorso che abbiamo avviato da diversi anni e siamo giunti quest’anno alla quarta edizione. Abbiamo il compito di veicolare ai nostri ragazzi, ai nostri studenti e studentesse i messaggi di legalità e giustizia, perchè sono principi non lontani da loro che appartengono a tutti e che dobbiamo coltivare quotidianamente. Questo è il significato dell’apertura ai ragazzi dei tribunali in alcune città italiane”, ha detto il presidente dell’Anm, Francesco Minisci, sottolineando che “l’illegalità e la violazione delle regole hanno una sola conseguenza: la chiusura delle porte del futuro. Noi dobbiamo formare in un percorso comune, insieme alla scuola e ai genitori, le generazioni future, alle quali ci apprestiamo a consegnare le chiavi”. Tra i presenti Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia, l’ex magistrato Gherardo Colombo, i giornalisti Massimo Giannini e Federica Angeli e il presidente del tribunale di Roma, Francesco Monastero.