Papa: la pastorale familiare si apra alle coppie non sposate. Le coppie in crisi le aiutino i laici e non i preti. Nè gli avvocati

“Auspico che l’orizzonte della pastorale familiare diocesana sia sempre più vasto, assumendo lo stile proprio del Vangelo, incontrando e accogliendo anche quei giovani che scelgono di convivere senza sposarsi”. Sono parole di Papa Francesco all’incontro sulla preparazione al matrimonio promosso nella Basilica di San Giovanni in Laterano dalla diocesi di Roma. “È uno scandalo – ha osservato Francesco – che il Papa dice questo. Occorre testimoniare…”.

Ma Francesco – parlando a braccio – ha messo bene in chiaro anche altri aspetti legati al tema della pastorale familiare. A cominciare dai matrimoni celebrati solo per mettersi in regola.

“Questa – ha continuato il Pontefice – è pastorale matrimoniale. Penso ai sacerdoti quando si accorgono, facendo le carte, che questi due si sposano perché si devono sposare in chiesa. Il sacerdote ha l’obbligo di bloccare. Nella mia diocesi prima c’era l’abitudine culturale adesso è cambiata. 15 anni fa si faceva il matrimonio di fetta. Veniva il bambino e alla società si doveva salvare la dignità della figlia. Ma poi nascevano tutti di 7 mesi e 4/5 chili. Io ho proibito di fare matrimoni di fretta”.

In questi casi, ha suggerito il Papa, meglio “continuare il fidanzamento, che venga il bambino, lasciate passare tempo. L’ho fatto anche con gente della mia famiglia. Non avere paura di dire di no quando si vede che non hanno la fede”.

Per il Papa la preparazione al matrimonio dovrebbe impegnare un tempo msggiore di quello previsto oggi. “Una volta una donna mi ha detto: ‘Voi preti siete furbi. Studiate 8 anni e poi se una cosa non va chiedete la dimissione dallo stato clericale, fate una nuova vita e vi sposate. E a noi che facciamo un sacramento per tutta la vita ci dite di arrangiarci con 4 conferenze. È un’ingiustizia!'”. “Per questo – ha concluso il Papa – vi esorto a lavorare nel catecumenato matrimoniale ma sempre con equipe di laici…”.

“Vorrei dire – ha poi ripreso Francesco – qualche parola sui momenti di crisi. I sacerdoti si guardino dal complesso di onnipotenza per favore. Quando vengono la sposa, il marito, ascoltarli ma fare proposte concrete. Per questo è necessario che ci sia un gruppo di aiuto”. “Noi preti – ha detto – non possiamo”.

In proposito, il Papa ha raccontato un episodio appreso a sua volta da un parroco riguardo a una coppia alla quale è bastato sfogarsi con lui per riappacificarsi.
“Un cammino di recupero del matrimonio”, basato sull’ascolto che per Francesco andrebbe affidato ai laici. “Conoscono meglio di noi – ha spiegato – la vita matrimoniale. Poi si vede: alcune volte l’amore non c’è più e si comprende che quel matrimonio mai è stato un matrimonio cristiano. E allora si vede la validità matrimoniale come sacramento ovvero la nullità”.

In questo caso – ha avvertito – c’è il pericolo degli avvocati. Difenderli dalle mani di alcuni avvivati. Vi faccio una confessione. Quando è stato promulgato il decreto sul processo matrimoniale ho ricevuto tante lettere e lamentele . Più del 90 per cento erano avvocati. La gratuita è tanto importante”.

In proposito il Papa ha raccontato di una diocesi suffraganea di Roma. Due mesi dopo la promulgazione del motu proprio che ha previsto gli annullamenti decisi direttamente dsl vescovo come norma e le cause come eccezione. “Chiamai il vescovo e gli dissi: ‘Ho questo caso di seconde nozze. Lei era sposata prima perché era incinta e cosa hai fatto?’. ‘Io ho cercato un prete esperto in diritto canonico e un difensore del vincolo. I testimoni e anche i parenti hanno detto che la donna è stata costretta. Cosa devo fare?’. ‘Hai una penna a portata di mano? Firma. Non chiamare l’avvocato’”.

“Per questo lodo – ha concluso – il lavoro dell’avvocato della Rota e dei suoi collaboratori non serve. Per questa gratuità dei processi. L’avvocato va pagato, ma il minimo. La Chiesa non è commercio”.