“L’arte sacra ci porta a riscoprire Dio”. Bagnasco commenta il restauro della Cupola di S. Lorenzo (di G. Barbetta)

La cattedrale di San Lorenzo e il restauro della sua cupola: “Non si è trattato di un semplice maquillage ma di un fatto storico, un’opera d’arte nell’opera d’arte. Prima pioveva sull’altare ed ora non più”. E se a dirlo è il cardinale Angelo Bagnasco c’è da prenderlo in parola. Questo ha affermato sua eminenza durante la presentazione del restauro nella cattedrale, gremita da un folto pubblico, silenzioso e assorto, come estasiato nell’ammirare i restauri della cupola, che ora appare sfolgorante nel suo marmoreo candore. I lavori sono iniziati nell’agosto 2015 e terminati un mese fa. L’evento è stato inserito nell’ambito delle manifestazioni del nono centenario della consacrazione della cattedrale laurenziana ed in tale occasione è stato presentato anche il libro ‘Il restauro della cupola di San Lorenzo-Galeazzo Alessi a Genova’, scritto da Claudio Montagni, progettista e direttore dei lavori, edito da Sagep Editori. “La bellezza rimette in marcia l’uomo verso il trascendente” ha proferito Carlo Sobrero, prefetto della cattedrale di San Lorenzo. E il significato dei beni culturali ecclesisatici è strettamente legato alla fede: “L’incontro della mente e del cuore umano con Gesù fa nascere la cultura e l’arte cristiana.

I pittori hanno intinto il loro pennello nell’alfabeto colorato che è la Bibbia: così l’uomo interroga se stesso davanti alla realtà visibile per domandarsi da dove viene e dove è destinato ad arrivare. E tenta di scoprire il senso profondo della vita –ha precisato monsignor Sobrero- La cattedrale è un edificio di culto e non un museo: la fede rimane viva, le icone parlano ancora oggi al cuore dei presenti. E’ grande la differenza tra una chiesa dove si prega ed una chiesa solo museo: a San Lorenzo incontriamo Dio e ci incontriamo gli uni con gli altri”. Il maestoso edificio ecclesiastico con la sua cupola è salvo perché “il patrimonio culturale della Chiesa si salva dove ci sono comunità cristiane vive: pure il turismo di massa è attratto dalla bellezza delle opere d’arte nelle chiese: se affrontato e disciplinato con intelligenza può essere un mezzo per diffondere meglio il linguaggio cristiano. Contemplare una realtà di bellezza più profonda come quella dell’arte sacra ci colpisce nell’intimo e ci invita a salire verso Dio”. Una disquisizione artistica con numerosi interventi istituzionali per spiegare i lavori effettuati: presenti Vincenzo Tinè, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Genova e le Province di Imperia, La Spezia e Savona; Roberto Timossi del Comitato di Gestione della Compagnia di San Paolo e Paolo Raffetto, presidente dell’Ordine degli architetti di Genova.

Tra i relatori i docenti universitari Lauro Magnani, Clario Di Fabio e l’architetto Claudio Montagni. Numerosi gli sponsor per il restauro della cupola e fra questi la Compagnia San Paolo ha evidenziato tramite Roberto Timossi che investe “tredici milioni annui in interventi di restauro del patrimonio artistico: alla Compagnia pervengono oltre tremila richieste annue e fa fronte a 800 di queste, distribuite in Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta”. Il cardinale Bagnasco nel commentare il restauro della cupola ha parlato del “mistero divino che la bellezza visibile rende presente: la chiesa, il tempio sono i luoghi del culto. Dio è ovunque: nei nostri cuori, nella natura, nelle nostre case ma nel tempio vi è la presenza eucaristica, è come entrare in un abbraccio invisibile che si fa bellezza artistica attraverso ciò che si vede. E’ il luogo del culto del popolo di Dio, l’incontro dell’essere umano col suo principio e la sua fine. Abbiamo bisogno di ripensare il nostro principio e la nostra fine per sapere dove andiamo”. E’ quindi importante restaurare le chiese non solo per conservare il patrimonio artistico ma per “levare l’anima verso Dio: laddove il culto viene meno –ha osservato il cardinale Bagnasco- l’uomo non sa più dove andare e si identifica con obiettivi immediati. Il culto invece salva il tempo dalla sua tristezza, lo libera dalla sua miseria, lo assume dentro un orizzonte che lo eleva, lo illumina, ne fa uno spazio di libertà”. La nostra cultura occidentale sembra dimenticare il culto “come se fosse indegno per la nostra libertà umana”. E invece esiste “un infinito che ci sovrasta, non ci schiaccia bensì ci eleva: senza cultura tutto rimane limitato nella temporalità ed è una prigione che ci mortifica”.

Il cardinale ha esortato ad entrare nelle chiese: “Osserviamone la bellezza artistica: anche se non abbiano competenze specifiche lasciamoci rapire dalla bellezza: usciremo da questi luoghi migliorati, anche chi pensa di non avere fede non può non rimanere beatificato da tanto splendore”. E per concludere il cardinale ha lanciato un messaggio di speranza per Genova: “Questa città sta ritrovando il suo vero volto, il senso di appartenenza ad un’identità. Si vuole riscoprire come comunità viva e radicata nelle sue tradizioni: l’orgoglio di essere se stessi sta dietro alla frase ‘Genova la Superba’. L’osservazione è fatta non in senso di superiorità bensì di consapevolezza delle bellezze e dei doni presenti. Genova se fa una cosa la fa bene, nella sostanza della propria storia emerge una nobiltà d’animo che vede fare bene le cose”.

I lavori di restauro per i sofisticati mezzi di indagine e studio utilizzati hanno consentito di studiare la cupola del duomo come mai è stato possibile sino ad oggi: oltre alla fase costruttiva presieduta dall’architetto Galeazzo Alessi è stato esaminato il periodo successivo fino ai giorni attuali. Nel tempo la cupola ha subito mutamenti e modifiche di ogni tipo che ne hanno cambiato la conformazione architettonica alterando le linee che l’Alessi aveva tracciato nel suo progetto realizzato tra il 1556 e il 1567. Il mutamento della cupola ha inizio con il bombardamento francese del XIV secolo quando Luigi XIV tentò di sottomettere Genova. Numerosi e ingenti i danni causati dalle bombe scagliate dalle imbarcazioni francesi: nella metà del XVIII secolo furono necessari imponenti lavori per consolidare la cupola. Altri interventi vennero eseguiti nel 1820 dall’architetto civico Carlo Barabino e nel 1843 dal suo successore Giovanni Battista Resasco. La cupola di Alessi è la prima di Genova: era ricoperta in piombo ma nella sua lunga storia fu rivestita da diversi altri materiali tra i quali rame e ardesia. Nel XII secolo la cattedrale –secondo quanto spiegato dal professor Clario Di Fabio- era assediata dal tessuto urbano: la struttura della città ha determinato la forma della cattedrale di San Lorenzo, non c’era spazio; l’edificio aveva pure un uso sociale anche ad esempio per redigere atti notarili. E per approfondire nuovi dettagli due appuntamenti in data da definire nei mesi di maggio e giugno, che verranno organizzati dall’Arcidiocesi di Genova.

Gloria Barbetta