Lisbona. FESTin, festival di cinema di lingua portoghese, parla (anche) italiano

Parla anche italiano la 9 edizione del FESTin, Festival del Cinema Itinerante di lingua portoghese (27 febbraio-6 marzo 2018). “Scontro di Civiltà per un ascensore in Piazza Vittorio” di Isotta Toso e “L’esercito più piccolo del mondo” di Gianfranco Pannone, i film in italiano esibiti nell’ambito della “Mostra Latim: A língua em movimento’18” (La lingua in movimento).

Il FESTin, conosciuto per la programmazione di film dei nove paesi dove si parla il portoghese, ha aperto le porte alle produzioni di paesi dove si parlano lingue derivate dal latino. “Abbiamo voluto allargare le frontiere del FESTin”, spiega Adriana Niemeyer, direttrice artistica e una delle ideatrici del festival, che ha invitato anche registi di Cuba, Spagna, Francia, Romania, Italia e Vaticano. “Il latino è una delle matrici che unisce questi paesi e ci pareva interessante mostrare alcuni film. I festival sono un mezzo particolarmente efficace per la diffusione di produzioni cinematografiche che non arrivano ai circuiti delle multisale. Mostrarli è la nostra forma di resistenza per un sano pluralismo”.

Martedì, nella serata d’apertura, nel Cinema S. Jorge, a Lisbona, con la proiezione del film “Como nossos Pais” della regista brasiliana Laís Bodanzky , si sentiva parlare portoghese con tutte le varianti possibili: gli accenti di paesi dove è lingua ufficiale, ma anche quelli di un pubblico cosmopolita e variegato, di varie parti del mondo.

L’attesa per la proiezione del film di Gianfranco Pannone “L’esercito più piccolo del mondo” è grande. Venerdì 2 marzo, Mons. Dario Viganò, prefetto per la Segreteria della Comunicazione vaticana, parlerà alla stampa della riforma in atto voluta da Papa Francesco e presenterà il film. E´ la “chicca” della programmazione “oltre frontiera portoghese”, essendo la prima volta in Portogallo di un film prodotto dal Vaticano, raccontando un aspetto “molto peculiare e curioso” della vita del più piccolo Stato del mondo: la Guardia svizzera al tempo di Papa Francesco.

Il film, che ha avuto un ottimo successo al Festival di Venezia, racconta la storia di René è uno studente di teologia dell’Argovia, che ha deciso di far parte del corpo Pontificio nato all’epoca di Giulio II. Con lui in Vaticano arrivano altre giovani reclute. Tra queste Leo, un ragazzo semplice che nella vita è un guardaboschi, felice di fare un’esperienza nella Città Eterna; e Michele, svizzero-italiano di origine lucana, il piùinquadrato del gruppo, come capita spesso ai figli degli immigrati. René, invece, è un intellettuale in erba che si interroga sulla propria fede e sul proprio ruolo. Cosa significa indossare un abito del ‘500 ai giorni nostri? Far parte di un variopinto ma anche anacronistico corpo militare, specie in rapporto a una figura “rivoluzionaria” come quella del Papa venuto da lontano? Il giovane soldato prova a trovare una risposta per sé e per i suoi compagni d’armi.

“Scontro di Civiltà per un ascensore in Piazza Vittorio”, e l’esperimento di multiculturalità con tutti i suoi risvolti, è l’altro protagonista in italiano del FESTin, in concorso. Il film girato a Roma, in un vecchio condominio della ormai multietnica Piazza Vittorio, dove si consuma lo“scontro di civiltà” in cui le differenze emergono nel quotidiano e diventano malintesi, piccole prevaricazioni, diffidenze. Le storie dei personaggi seguono i propri percorsi, incrociandosi l’un l’altra in ragione di una condivisione forzata dello spazio, del quartiere, del palazzo e del suo ascensore, puntualmente all’origine di dispute condominiali. Ognuno dei personaggi esprime la sua solitudine, il suo male di vivere, offrendo un sunto della sua esperienza di vita: chi cerca l’ispirazione per una fotografia, chi il cane improvvisamente smarrito, chi convive con le proprie rinunce, chi con la malavita locale, chi con le vessazioni burocratiche a cui devono sottostare gli extracomunitari. Una morte improvvisa rompe il già instabile equilibrio. Tutti possono essere potenziali assassini e tutti si trovano ad incolparsi l’un l’altro.