Lo Yemen e la guerra che insanguina un intero paese. Rapiti oltre duecento soldati

Sono almeno 200 i soldati che sono stati rapiti in Yemen dai miliziani sciiti huthi nella capitale, Sana’a. a riferire questa notizia sono state alcune fonti della sicurezza, citate dall’emittente televisiva satellitare panaraba Al Arabiya. Secondo alcune fonti vicine ai ribelli, i militari rapiti sono tutti accusati di sostenere l’ex presidente Ali Abdullah Saleh, assassinato lo scorso 4 dicembre nella capitale. Saleh, deposto nel 2012 dopo 34 anni al potere, nel febbraio del 2015 aveva deciso di appoggiare i ribelli, con l’obiettivo di ritornare al governo dopo essere stato scalzato dall’attuale capo dello stato, Abd Rabbo Mansour Hadi.

Negli ultimi mesi i rapporti tra Saleh e gli huthi si erano praticamente deteriorati e assottigliati ai minimi termini e, poche ore prima di essere ucciso, l’ex presidente aveva annunciato la fine dell’alleanza con i ribelli. Le stesse fonti hanno riferito che gli huthi hanno anche attaccato l’ospedale privato di Dar Al Shifaa a Dhamar, di proprietà del deputato del partito del Congresso popolare, Ali Shamar. Secondo il parlamentare, i ribelli hanno preso di mira il nosocomio dopo che avevano chiesto, invano, del denaro.

La lunga e dura guerra che, dal marzo 2015, insanguina lo Yemen ha causato oltre 16.000 morti, di cui almeno 10.000 civili, e oltre tre milioni di sfollati, andando a devastare in maniera sistematica e perenne un paese già da tempo classificato tra i più poveri del mondo. “Una catastrofe umanitaria senza precedenti”, sono state queste le parole ribadite da Stephen O’Brien, vicesegretario per gli affari umanitari delle Nazioni Unite.

Fonte: L’Osservatore Romano