Il colonialismo culturale dell’occidente e Magister che non ha più argomenti. Ogni pezzo le stesse inutili accuse al Papa (di M. Castellano)

Arriviamo dunque all’altra notizia pubblicata dal settimanale di De Benedetti come curiosità volta a ridicolizzare i pregiudizi indotti nei terzomondisti dalla loro ignoranza: l’altro ebdomadario di questo gruppo editoriale pubblica con regolarità monomaniacale gli attacchi al Papa di Sandro Magister, il quale si ritiene colto e tratta il Papa come un povero semi analfabeta.

E’ sempre il “fardello dell’Uomo Bianco” a motivare certa nostra politica culturale, incoraggiando il permanere di un pregiudizio eurocentrico.
Lo Stato Islamico sostiene che la terra è piatta: il terrorismo è dunque frutto – questo è il messaggio – dell’ignoranza e della superstizione, che ingenerano il fanatismo nelle masse.

Nessuno giustifica gli attentatori, ma non sarà che essi diano una risposta sbagliata ad un problema reale?
Il fine non giustifica i mezzi, ma i mezzi non rendono condannabile il fine.

A parte l’ISIS, la tesi sulla terra piatta pare sia stata difesa anche a suo tempo dal Gran Muftì dell’Arabia Saudita, tale Ibn Baz (il quale ha comunque smentito).
Si tratta di una conseguenza della interpretazione letterale del Corano, che – essendo da considerare “increato” – deve essere creduto comunque alla lettera, e non interpretato in base all’evoluzione delle conoscenze scientifiche, della cultura e della realtà sociale.

I fondamentalisti evangelici americani hanno imposto la censura sulle teorie evoluzioniste nelle scuole pubbliche di molti Stati dell’Unione, dove si insegna che Dio ha creato il mondo in sei giorni, nel senso letterale – e non figurato – del termine.
Si tratta della stessa corrente che ha sostenuto in modo determinante l’elezione di Trump, che finanzia lo sbarco di Bannon in Italia, che ritiene i divorziati risposati, per non parlare degli omosessuali, destinati all’Inferno.
Non vediamo la differenza tra i due oscurantismi, salvo che l’uno radica in una religione diversa e l’altro dal Cristianesimo.

Noi abbiamo dei Parlamentari della maggioranza che credono nell’esistenza delle Sirene ed un Sottosegretario agli Affari Esteri che considera una bufala lo sbarco dell’uomo sulla Luna, per non parlare delle “scie chimiche” e della nocività dei vaccini, altrettanti capisaldi del programma di un Partito di maggioranza.
Che è tale in quanto milioni di Italiani lo hanno votato.
Come si fa a condannare quei Musulmani che ritengono la Terra sia piatta?

Certamente si tratta di una teoria non condivisibile, in quanto infondata.

Tuttavia, il pensiero espresso dal Papa, cui ora si conforma il Magistero della Chiesa, si basa sul principio dello “sviluppo zero”, cioè della necessità di arrestare l’espansione dell’industria.

Questo processo costituisce a sua volta un corollario della concezione lineare del tempo, propria soltanto della cultura occidentale.

Il tempo è la successione degli eventi: se li si considera posti su di una linea retta, che va all’infinito, ci si pone di conseguenza l’obiettivo di accelerarla.

Ecco perché l’Occidente ha trasferito nella tecnologia l’avanzamento delle conoscenze scientifiche, che gli ha permesso di sottomettere il resto del mondo.

Le altre culture hanno del tempo una concezione circolare, in base alla quale risulta inutile affrettare la successione degli eventi, posto che si ritorna sempre inevitabilmente al punto di partenza.

Se oggi un principio proprio delle culture extra europee conforma il Magistero della Chiesa, ciò significa che l’eurocentrismo è in via di superamento.

Certamente, non tutto quanto esprimono le altre culture è condivisibile, ma il Papa parte dalla constatazione che l’applicazione dei postulati propri di quella occidentale ha portato il mondo a rischiare l’autodistruzione.

Invitiamo dunque i colleghi de “La Repubblica” a non peccare di presunzione.

Un nostro Professore del Liceo non si stancava di ripetere una verità banale, ma molto importante: la nostra non è “la” cultura, ma è “una” cultura, e ce ne sono anche delle altre.

Qualcuno, come noi, ha dedicato la sua vita a capirle ed a spiegarle, a compere cioè – modestamente – un’opera di mediazione culturale.

Se vogliamo la pace, dobbiamo necessariamente continuare questo lavoro.

Mario Castellano