Migranti. L’Arcivescovo di Malta fa appello all’umanità e alla solidarietà dell’Europa: “Malta non può essere lasciata da sola”

Il tema dei migranti continua a tenere banco, non solo a livello europeo ma anche mondiale e la vicenda delle 49 persone che da giorni si trovano in mare in attesa di un porto di sbarco, sta rendendo sempre più palese quanto sia necessario adottare una nuova visione politica che porti alla reale soluzione del problema, tenendo in considerazione il dato di fatto che le divergenze ideologiche non possono far leva sulla disperazione di altri esseri umani, cosa che molto spesso viene dimenticata. Su questa delicata tematica è intervenuto l’arcivescovo di Malta, Mons. Charles Scicluna, che, intercettato dai microfoni di Rainews24 ha ribadito il suo appello per una grande dose di umanità e di solidarietà in Europa, principi fondanti per l’Europa stessa. “Malta non può essere lasciata da sola nel gestire una situazione così complessa dal punto di vista geopolitico. Il Vescovo, non essendo un geopolitico, può solo fare un appello alla coscienza dell’umanità, appello rivolto anche dal Papa ai leader europei per trovare una soluzione umanitaria ed urgente. E’ necessario che tutti, in maniera proporzionale, si assumano le loro responsabilità, così come è necessario aiutarsi a vicenda affinchè nessuno possa sentirsi lasciato solo”.

Alla domanda della giornalista nel chiedere la natura dei rapporti tra Malta e Italia, l’arcivescovo ha sottolineato come i due Stati abbiano avuto sempre ottimi rapporti: “La Chiesa collabora con lo Stato di Malta per dare accoglienza, abbiamo 400 migranti che risiedono qui in modo permanente. Con l’Italia abbiamo avuto esperienze positive ma ci sono anche dei problemi, come quelli che possono esserci in ogni famiglia; è necessario che il senso di responsabilità non sia presente solo nelle fasi iniziali ma bisogna mantenerlo perché non è facile. I migranti a Malta si sentono accolti grazie ai maltesi che riescono a vederli come persone bisognose di aiuto, che hanno una vita normale, che vogliono lavorare e creare una famiglia; è gente con dignità”.

Dario Caputo