Mille bambini al giorno muoiono per patologie legate all’acqua. Greenaccord: la comunicazione si metta a servizio dell’ecologia integrale

“Mille bambini muoiono ogni giorno, mille ogni giorno, a causa di malattie collegate all’acqua; milioni di persone consumano acqua inquinata. Si tratta di dati molto gravi; si deve frenare e invertire questa situazione. Non è tardi, ma è urgente prendere coscienza del bisogno di acqua e del suo valore essenziale per il bene dell’umanità”. Questa denuncia – sostanzialmente inascoltata e relegata in poche righe dai media – fatta l’anno scorso da Papa Francesco è stata rilanciata dal XIII Forum dell’informazione cattolica in occasione dell’odierna Giornata Nazionale per la Custodia della terra. Promosso da Greenaccord Sulle tracce della Laudato sì, si è preso atto che i cristiani sono chiamati ad essere in prima fila custodi della Casa comune.
Tutto nel nostro mondo, infatti, è collegato e oggi è più che mai necessario uno sguardo globale per affrontare le questioni dello sviluppo, della pace, degli spostamenti di uomini e popoli, dell’economia e della giustizia e della stessa sopravvivenza del pianeta Terra. Creature e creato nella visione cristiana sono inscindibili e difendere il Creato significa difendere la vita dell’uomo. Questi alcuni concetti espressi nel corso del Convegno che si è tenuto a Veroli, in provincia di Frosinone, grazie alla disponibilità della locale diocesi, guidata dal vescovo mons. Ambrogio Spreafico.

Tra gli intervenuti oltre allo stesso vescovo, mons. Fabio Longoni, direttore dell’Ufficio nazionale Politiche Sociali e del Lavoro della Cei, Felipe Camargo, responsabile per l’Europa del Sud per l’agenzia UNCHR dell’Onu, mons. Fabio Fabene, sottosegretario del Sinodo dei Vescovi. Angelo Romano docente di Storia della Chiesa alla Pontificia Università Urbaniana, coordinati dalla giornalista Giuseppina Paterniti.

In Italia la Giornata mondiale coincide con quella nazionale per la Custodia del Creato, giunta alla sua 13esima edizione e promossa dalla Conferenza episcopale italiana, che prevede numerosi momenti di preghiera in tutte le diocesi del Paese, ma particolarmente a Veroli in provincia di Frosinone, il comune con il più alto livello di PM10. Lo scorso giugno la CEI aveva divulgato per l’occasione un messaggio dal titolo “Coltivare l’alleanza con la terra” in cui i vescovi ribadivano il no alla rassegnazione, manifestando piuttosto il desiderio di affrontare le gravi conseguenze dei cambiamenti climatici e la crisi socio-ambientale in atto, con forme di azione attive e lungimiranti e la giusta prospettiva pastorale, sempre sulla via, già tracciata dal Papa – dell’ecumenismo per recuperare l’alleanza tra Dio, l’ambiente e l’uomo.

Aspettando la COP24, la Conferenza sul clima, che si terrà a Katowicze in Polonia nel dicembre 2018, i vescovi sollecitano la responsabilità dell’Italia affinché in tale contesto possa svolgere un ruolo attivo e lungimirante per la costruzione di una società decarbonizzata. “Ci sono azioni politiche ad alto livello già decise nella COP21 di Parigi e ci sono altre proposte che gli Stati porteranno a dicembre sul tavolo della COP24 – dice mons. Fabiano Longoni, direttore dell’Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro- . Noi puntiamo molto sullo stato italiano, perché abbiamo dei casi ambientali, come Taranto, la Terra dei Fuochi, Brescia, Marghera ecc, dove veramente c’è bisogno di un’azione puntuale da parte di tutti. Noi chiediamo di appoggiare chi vuole investire su forme di riciclo, che si allontanano da una carbonizzazione forzata, chi vuole investire sulla green economy, per dare lavoro ai nostri giovani”.

Agire e pregare per il Creato – continua mons. Longoni – invitando tutti gli uomini di buona volontà e i credenti di altre fedi religiose ad unirsi a questa causa comune “perché anche la preghiera è un’occasione di cambiamento spirituale, aiuta la conversione del cuore e delle azioni, ci fa capire che noi siamo creature e non siamo i possessori, non siamo i dominatori di nulla, se non appunto a servizio e custodi del Creato: credo che questa bella occasione della giornata per il Creato, sia utile per ripartire”

Dagli interventi all’incontro di Veroli – sintetizza Vatican News – è emersa la volontà della Chiesa cattolica di recuperare il tempo perduto riguardo alla coscienza non solo di dover coltivare, ma di dover custodire la terra. E tante esperienze già sono state avviate in diverse diocesi come in quella di Frosinone. E’ stato riconosciuto in questo cammino il grande impulso dato dalla “Laudato sì” di Papa Francesco, come dall’esempio di forte impegno testimoniato dalla Chiesa ortodossa con il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo. Mons. Longoni ha tra l’altro sottolineato la distinzione tra salvaguardia, che sembra considerare la presenza umana quasi un danno all’ambiente e custodia.