Minori migranti non accompagnati. Agenzie ONU e UE: anagrafe

La mancanza di informazioni sui bambini migranti e sfollati priva i minorenni colpiti della protezione e dei servizi di cui avrebbero bisogno. In particolare ci sono lacune nella disponibilità, affidabilità, tempestività e accessibilità dei dati e delle testimonianze essenziali per comprendere come le migrazioni e gli sfollamenti forzati colpiscano i bambini e le loro famiglie. Per esempio: le informazioni sull’età — registrate a livello di enti locali — sono disponibili solo per il 56 per cento della popolazione rifugiata sotto il mandato dell’Unhcr; solo il venti per cento dei paesi e dei territori che hanno dati sulle persone sfollate interne a causa di conflitti scompongono questi dati per età, fornendo un quadro completo della situazione. E la stessa cosa può dirsi nel caso di dati riguardanti l’origine, il sesso e le relazioni famigliari. Lo denunciano le agenzie delle Nazioni Unite e dell’Unione europea (Unicef, Unhcr, Oim, Eurostat e Ocse) che sottolineano la necessità di un sistema di registrazione più completo quale condizione imprescindibile per salvare vite umane in quanto le attuali lacune nei dati su rifugiati, richiedenti asilo, migranti e sfollati minorenni stanno gravemente mettendo in pericolo milioni di bambini lasciati soli, abbandonati a loro stessi e che per questo rischiano di cadere nelle mani di trafficanti senza scrupoli.

«Abbiamo bisogno di dati affidabili e migliori sui bambini migranti, per proteggerli e garantire il loro benessere. La disaggregazione di dati per età, sesso e origine può fornire informazioni utili sui bisogni reali dei bambini migranti. Ciò assicurerebbe che nessun bambino venga lasciato indietro e che non venga sfruttato. Tutti i bambini migranti hanno diritto ad assistenza e protezione, a prescindere dal loro status migratorio» ha dichiarato il Direttore generale dell’Oim, William Lacy Swing.
«Il tempo è essenziale quando si parla di integrazione nell’istruzione» ha dichiarato il direttore dell’Ocse per l’occupazione, il lavoro e le politiche sociali, Stefano Scarpetta. «Il successo o il fallimento degli aiuti, in questa età così vulnerabile, può avere ripercussioni durature sul mercato del lavoro. Soltanto con un’ampia conoscenza, supportata da dati adeguati, possiamo identificare e rispondere ai bisogni di questi bambini, proteggerli meglio e costruire un futuro sulle loro abilità e capacità, durante il loro percorso prima nel sistema scolastico e in seguito nel mercato del lavoro» ha detto Scarpetta. Unicef, Unhcr, Oim, Eurostat e Ocse invitano gli stati membri a rispondere alle lacune di dati e testimonianze sui bambini migranti, e a includere questi elementi specifici per i bambini in sistemi che possano essere di facile accesso. Occorre, in particolare disaggregare i dati per età e sesso; affrontare questioni chiave che riguardano i bambini colpiti da migrazione e sfollamento; utilizzare meglio i dati esistenti e condividerli; coordinare il lavoro sui dati all’interno dei paesi e oltre i confini; compiere degli sforzi particolari per raccogliere e analizzare i dati sui bambini.