Nigeria. Due sacerdoti e 16 fedeli uccisi in chiesa. Nella diocesi di Makurdi

Due sacerdoti cattolici, padre Joseph Gor e padre Felix Tyolaha, e almeno sedici fedeli sono stati uccisi in un attacco armato avvenuto ieri mattina contro una chiesa del villaggio di Mbalom, nello stato di Benue, in Nigeria centrale.

Un commando è entrato in azione subito dopo la celebrazione della messa nella parrocchia di Sant’Ignazio, nella diocesi di Makurdi. Il commando, secondo le informazioni diffuse dalle autorità, si è fatto largo tra i fedeli e ha ucciso i due sacerdoti. Successivamente, i criminali hanno aperto il fuoco sulle persone presenti nell’edificio di culto. Alcune abitazioni — riferiscono fonti locali — sono state date alle fiamme. Una ferma condanna per gli «odiosi crimini» commessi è stata espressa dal presidente nigeriano, Muhammadu Buhari.

La diocesi di Makurdi ha espresso il proprio cordoglio, denunciando l’insicurezza della popolazione. Nella zona infatti si succedono violenze e scontri per il controllo di acqua e terre agricole: bande di pastori nomadi di etnia fulani spesso attaccano persone e proprietà, scontrandosi con gruppi di agricoltori stanziali.

Tra gli stati più colpiti dalle violenze nella Nigeria centrale compare proprio quello di Benue, insieme con quello di Kogi, quello di Taraba e quello di Plateau, dove nelle ultime ore la polizia ha confermato l’uccisione di quattro persone, a opera di uomini armati non ancora identificati. Secondo il quotidiano «Premium Times», l’aggressione è stata compiuta ieri sera da sospetti pastori fulani nel governatorato di Bassa.

Dallo scorso dicembre oltre cento persone sono morte nelle violenze tra agricoltori, in maggioranza di etnia bachama, e agricoltori fulani. Gli scontri sono causati in dalle lotte per l’accesso alle risorse naturali. La siccità in aumento nell’area del lago Ciad, cui si aggiunge la guerra tra esercito e miliziani di Boko Haram, ha causato una forte migrazione dal nord, a maggioranza musulmana, verso il sud, in prevalenza cristiano.

Fonte: l’Osservatore Romano