Padre Lombardi sull’accordo tra Santa Sede e Cina, “premessa per la riconciliazione”. “Un primo passo, sperando ne seguano altri”

“Se l’Accordo mira a mettere in comunione il Papa con tutti i vescovi che sono in Cina, questa è la premessa per cui tutti i cattolici cinesi possono sentirsi in comunione con il Papa e, quindi, riconciliati tra loro, perché uniti allo stesso Capo della Chiesa universale. L’Accordo costituisce, pertanto, la premessa per la riconciliazione dell’intera comunità cattolica cinese in cui non ci si sente più parte di una Chiesa divisa e in conflitto. Il fatto di sentire che il Papa è il Papa di tutti, aiuta a riconciliarsi, a superare le ferite del passato, a guardare in avanti, a rilanciarsi sulla via della evangelizzazione e del servizio fedele al Vangelo nella società in cui si vive”. Sono le parole pronunciate in un intervista al Sir da padre Federico Lombardi sull’accordo firmato la scorsa settimana tra Santa Sede e Cina, avente come oggetto le nomine dei vescovi nel Paese, che ha preceduto la riammissione alla comunione con Roma, voluta da Papa Francesco, dei vescovi che erano stati scomunicati.

“Questo Accordo è un primo passo. Dimostra, però, che c’è stata una capacità di dialogare e arrivare anche ad intendersi. Ci sono tanti altri punti e argomenti concreti che riguardano la vita della Chiesa che possono essere affrontati. Il fatto però che sia stato raggiunto un risultato positivo, lascia sperare che ne possano seguire degli altri, che ci possa essere uno sviluppo”, ha detto ancora padre Lombardi, ora tornato alla redazione della Civiltà Cattolica come superiore dei padri gesuiti. “Il Papa ha fatto il suo passo avanti e questo atteggiamento costruttivo che naturalmente mira solo al bene della Chiesa in Cina, ha creato una premessa certamente positiva”, ha così argomentato Lombardi. “Credo abbia influito anche il ruolo che Papa Francesco oggi svolge nel mondo come leader di pace, di armonia tra le Nazioni, d’impegno per la cura del creato, per la giustizia sociale. Sono tutti temi che sono apprezzati e seguiti con molto interesse in Cina. Tutto ciò ha creato una premessa in cui la ripresa dei contatti, che c’erano già stati in precedenza ma si erano raffreddati, è diventata possibile”.

Per quanto riguarda invece la decisione presa da parte della Cina, l’ex direttore della sala stampa della Santa Sede ha spiegato che “anche la Cina desidera essere presente in orizzonti mondiali e, in questa prospettiva, le occasioni di dialogo e di comprensione vengono colte come aspetti importanti da coltivare”, sottolineando inoltre “l’atteggiamento dei cattolici cinesi che da tempo lunghissimo, da sempre, si è manifestato desideroso e fedele nel suo riferimento al Papa e all’unità della Chiesa universale”. “È stato lo sfondo su cui i contatti hanno potuto maturare riconoscendo l’importanza e la positività di una unione della Chiesa in Cina e la Chiesa universale per il servizio stesso che la Chiesa in Cina desidera fare al suo Paese e al suo popolo”, ha concluso Lombardi. “L’unione tra il Papa e i vescovi non è una interferenza di carattere politico ma una unione di carattere spirituale e religioso che porta al bene della stessa comunità ecclesiale in Cina. Essa rimane pienamente cinese perché non c’è alcuna contraddizione tra l’essere in unione con il Papa e l’essere pienamente cinesi”.