Inaugurata nei Giardini Vaticani la statua di San Gregorio di Narek. I colloqui di Francesco con Karekin II e il presidente Sargsyan

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È durata circa un quarto d’ora, dalle 12.20 alle 12.35, la cerimonia di inaugurazione della statua di San Gregorio di Narek, nei Giardini Vaticani. Lo ha riferito il “pool” di giornalisti ammessi a seguire l’evento. Di fronte alla statua, è stato collocato il palco per le autorità religiose: il Papa, Karekin II e Aram I da lui ricevuti in udienza poco prima, il patriarca cattolico di Cilicia Bedros XX, i cardinali Koch e Sandri. Due le poltrone per le autorità: una per il presidente armeno, Serzh Sargsyan, e l’altra per il card. Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Alle loro spalle mons. Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia, e mons. Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie. Il primo ad arrivare è stato il presidente armeno, alle 11.54, poi Karekin II e Aram I, alle 12.16. Alle 12.19 è arrivato il Papa ed immediatamente dopo è cominciata la cerimonia di inaugurazione, durante la quale Francesco ha pregato in italiano, Aram in inglese e Karekin in armeno. Il Papa ha iniziato con il segno della croce, cui ha fatto seguito la lettura del Vangelo di Giovanni e di alcune meditazioni di san Gregorio di Narek. Infine le preghiere di intercessione. Subito dopo il Vangelo è stata scoperta la statua. Lasciato il palco al termine della cerimonia, Francesco si è intrattenuto qualche minuto con l’autore della scultura.

In precedenza, dalle 10.06 alle 10.24, l’udienza concessa dal Papa al presidente dell’Armenia, Serzh Sargsyan, secondo quanto ha riferito il “pool” di giornalisti ammessi in Vaticano. Due gli interpreti per il colloquio privato, in armeno. La delegazione era composta da nove persone, tra cui la figlia del presidente, che è anche la moglie dell’ambasciatore armeno presso la Santa Sede, presente anche lui all’incontro. Il presidente ha donato al Papa il modellino della chiesa di Gaianè, del 630 d.C. , definendola “una chiesa importante per l’ecumenismo”. Il Papa ha regalato al presidente un calco di gesso, del 360 d. C., raffigurante l’episodio evangelico del miracolo del paralitico. Immancabili, come per tutti i capi di Stato, i doni di una copia dell’Amoris Laetitia, dell’Evangelii gaudium e della Laudato si’, insieme al messaggio per la Giornata mondiale della pace di quest’anno. Una decina di minuti dopo la fine del colloquio con il presidente è iniziato quello con Karekin II, patriarca supremo e Catholicos di tutti gli armeni, che è arrivato alle 10.52 e si è trattenuto fino alle 11.29. Presente un solo interprete – ha riferito il “pool” di giornalisti – per l’incontro che si è svolto probabilmente in inglese. Karekin ha regalato a Francesco un libro sul monastero di Narek, dicendo a Francesco: “Questo monastero non esiste più, è stato distrutto in Turchia”. Il Papa ha regalato sia a Karekin, che poi ad Aram, una croce di pietra con i quadri delle raffigurazioni della Cappella Sistina scolpite sopra, oltre che una copia dell’Evangelii gaudium, dell’Amoris Laetitia e della Laudato sì. Terminato il colloquio con Karekin, alle 11.41 è entrato nella biblioteca privata del Papa Aram I, Catholicos della chiesa armena apostolica di Cilicia, per un incontro più breve del precedente a causa del ritardo accumulato. “How are you?”, ha chiesto Aram al Papa, che ha risposto: “Good”. “How’s your health?”, l’altra domanda del Catholicos sulla salute: “Great”, la risposta di Francesco, che poi ha commentato: “It’s an Armenian day!”. Aram I ha regalato al Papa una croce placcata d’oro: “E’ un simbolo del popolo armeno”, ha spiegato. Francesco l’ha baciata, così come ha fatto Aram con il dono del Papa. Poi il Papa, il presidente e i due esponenti della chiesa armena hanno partecipato all’inaugurazione della statua di San Gregorio di Narek nei Giardini Vaticani.

“Viva soddisfazione per le buone relazioni esistenti fra la Santa Sede e l’Armenia” è stata espressa poi dalla Sala Stampa della Santa Sede nel comunicato sull’udienza concessa oggi dal Papa al presidente della Repubblica di Armenia, Serzh Sargsyan, che successivamente ha incontrato il card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, accompagnato dal segretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Paul Richard Gallagher. Nel corso dei “cordiali colloqui” – si legge nel comunicato diffuso oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede – “si è rilevato che l’inaugurazione della statua di San Gregorio di Narek, dottore della Chiesa, nei Giardini vaticani è occasione per promuovere ulteriormente tali relazioni, come anche quelle tra la Chiesa armena apostolica e la Chiesa cattolica”. Nel prosieguo dell’incontro, “si è fatto riferimento al contesto politico regionale, auspicando la soluzione delle situazioni di conflitto, e sono stati toccati altri temi di attualità internazionale, nonché la condizione dei cristiani e delle minoranze religiose, specialmente nei teatri di guerra”.