Parolin accanto a Papa Francesco. “Primo dovere della Chiesa è la vicinanza alle vittime degli abusi”

“Siamo stati e continuiamo ad essere profondamente colpiti da questo fenomeno che ha avuto un’incidenza devastante anche sulla testimonianza della Chiesa. Il Papa ha sempre insistito e continua a insistere sul fatto che il primo nostro dovere, il primo nostro impegno è quello di essere vicino alle vittime, di aiutarle in maniera tale che possano ricostruire la loro vita”. Il segretario di Stato Pietro Parolin ha commentato così la “Lettera al Popolo di Dio” firmata lunedì scorso da Papa Francesco. “Credo – ha spiegato il cardinale al sito Vatican News – che la Chiesa in Irlanda abbia riconosciuto le sue mancanze, i suoi errori, i suoi peccati, e nello stesso tempo anche si sia dotata di una serie di misure che possano prevenire il ripetersi di queste atrocità, di questi orrori”.

Secondo il cardinale Parolin, “il viaggio del Papa in Irlanda avverrà soprattutto sotto il segno della speranza, questa capacità di speranza, e soprattutto di affidamento, proprio quello che chiamavo il potere liberante, trasformante, salvante dell’amore di Dio che si sperimenta nelle famiglie”. “Quindi – ha osservato il primo collaboratore di Francesco – è anche un messaggio di apertura verso il futuro che questa fede, che è sempre stata una caratteristica dell’Irlanda e della popolazione d’Irlanda, saprà rinascere nei cuori e portare frutti di pace e di felicità”.

“Io credo – ha confidato Parolin – che la famiglia abbia oggi un ruolo molto importante da svolgere e ripeterei quello che ho appena detto: il ruolo è quello di testimoniare la gioia del Vangelo, dare una testimonianza gioiosa dell’amore di Dio che sa trasformare la vita delle persone, sa trasformare la vita delle comunità. Oggi viviamo in un’epoca in cui si soffre molto la solitudine, l’isolamento; una solitudine e un isolamento gli uni dagli altri che alla fine diventa anche un isolamento nei confronti di Dio. E allora, il Papa insiste molto anche su questa funzione della famiglia, che è quella di risvegliare a livello individuale, a livello di comunità, questo senso di appartenenza, questo senso di comunione, questo senso di rispetto. Io credo che la famiglia oggi abbia questo ruolo da svolgere all’interno della nostra società”.

In merito, nell’intervista Parolin ha sottolineato che “la Chiesa, evidentemente, ha una sua proposta da fare, una proposta che si basa sul Vangelo; però, io credo che sia molto importante, al di là delle parole, soprattutto l’atteggiamento della Chiesa per testimoniare, sostanzialmente con l’esempio e con le opere, la bellezza e la verità del Vangelo nel mondo d’oggi”. “Anche qui – ha osservato il porporato – ci sono tante ferite da guarire, ci sono tante solitudini e tante rotture da ricomporre. Possiamo qui rifarci a quell’immagine che il Papa ha usato fin dall’inizio del suo Pontificato, della Chiesa come un “ospedale da campo” che può davvero essere vicina alle persone e accompagnarle in un cammino di crescita e, per quanto riguarda le ferite, anche di guarigione. Io direi che questo è l’atteggiamento, di accompagnamento che è capacità di ascolto, che è capacità di dialogo, che è capacità di crescere insieme”.