Pedofilia. Papa: i giovani ci abbandonano scandalizzati, ma la Chiesa oggi la combatte

La tragedia degli abusi sessuali compiuti da ecclesiastici criminali sui minori è stata di nuovo al centro della conferenza stampa di Papa Francesco sull’aereo che lo riportava a Roma da Tallinn. “La Chiesa – si è chiesto il Pontefice – non fa le cose come deve nel pulire questa corruzione? Prendiamo il report Pennsylvania e vediamo che nei primi 70 anni ci sono stati tanti preti che sono caduti in questa corruzione. Poi in tempi più recenti è diminuita, perché la Chiesa si è accorta che doveva lottare in un altro modo. E ce l’ha messa tutta e negli ultimi tempi io ho ricevuto tante, tante condanne fatte dalla Dottrina della fede”. “Mai – ha poi scandito Francesco – ho firmato una richiesta di grazia dopo una condanna. Su questo non si negozia”.

“I giovani – ha sottolineato il Papa che di questa sporca vicenda aveva parlato a Tallinn con i ragazzi estoni durante l’incontro ecumenico nella Cattedrale protestante – si scandalizzano dell’ipocrisia dei grandi, delle guerre, si scandalizzano della incoerenza, si scandalizzano della corruzione. E in questo entra quello che lei sottolinea degli abusi sessuali. È vero che c’è un’accusa alla Chiesa. Tutti sappiamo e conosciamo le statistiche, io non le dirò, ma anche fosse stato un solo prete ad abusare di un bambino o una bambina questo è mostruoso perché quell’uomo è stato scelto da Dio per portare quel bambino al Cielo. Capisco che i giovani si scandalizzano per questa corruzione. Sanno che c’è dappertutto, ma nella Chiesa è più scandalosa. Bisogna portare i bambini a Dio e non distruggerli. I giovani cercando di farsi strada con l’esperienza. L’incontro oggi era molto chiaro: loro chiedono ascolto, non vogliono formule fisse, non vogliono un accompagnamento che dà direttive”.
Il Papa ha poi ricordato che “nei tempi antichi queste cose si coprivano, e si coprivano a casa quando lo zio violentava la nipotina, quando il papà violentava i figli. Si coprivano perché era una vergogna molto grande, era il modo di pensare dei secoli scorsi”. “C’è un principio – ha osservato per interiorizzare la storia: un fatto storico va interiorizzato con l’ermeneutica dell’epoca nella quale è avvenuto questo fatto, non con l’ermeneutica di oggi. Per esempio, l’indigenismo, le tante ingiustizie e brutalità: non può essere interpretato con l’ermeneutica di oggi che abbiamo un’altra coscienza.