Rai Uno contro i pregiudizi sull’autismo. Con “The Good Doctor ” davvero “Tutto può succedere”, anche di avere un chirurgo Asperger

Due fiction programmate da RaiUno, “Tutto può succedere 3”, apprezzabile versione italiana di una serie americana intitolata “Parenthood”, e “The Good Doctor”, che inizia martedì 17 ed è invece più semplicemente uno sceneggiato di grande successo in Usa doppiato in italiano, ripropongono in queste calde serate di luglio il tema della sindrome di Asperger.

Due anni fa nella prima serie di “Tutto può succedere” questa forma di autismo era stata presentata come una malattia, anzi, peggio, una menomazione. Provocando giustamente una levata di scudi. Tale errore era stato poi corretto nella seconda serie, l’anno scorso. E nella puntata in onda domenica scorsa, Max Ferrario, il personaggio in questione, interpretato da Roberto Nocchi, concorre all’elezione dei rappresentanti di classe, affermando testualmente: “sono felice di avere l’Asperger. Certi pensano che sia una brutta cosa. Ma io penso che avere l’Asperger sia il mio più grande punto di forza”. Parole che hanno commosso milioni di telespettatori.

Un bel salto di qualità nel racconto, come nota Sergio Perugini della Commissione valutazione film della Cei, il quale sottolinea (sul Sir) che “punto di pregio della serie è stato quello di accendere un’attenzione sulla sindrome di Asperger, affrontata con coraggio e delicatezza.
Non se n’è parlato solo per le difficoltà di gestirla in famiglia, al momento della diagnosi, ma è stato mostrato anche il percorso di informazione, accettazione e soprattutto di riscatto”.

Secondo Perugini, “è stata evidenziata la grande ricchezza che le persone Asperger possono offrire alla famiglia, alla comunità tutta”. Toccante, in questa terza stagione della serie, è in effetti il percorso del quattordicenne Max nell’ingresso al liceo: le difficoltà iniziali di stringere relazioni di amicizia, gli episodi di bullismo ed emarginazione, il riscatto con l’esperienza della candidatura come rappresentante d’istituto e infine la scoperta della fotografia, passione che lo avvicina alla comunità della classe.

La testimonianza dell’attotre che interpreta Max

“Molti – rileva Perugini – potranno sottolineare il grado di semplificazione che è stato fatto dell’Asperger nella narrazione, ma riteniamo che sia comunque una conquista l’aver portato il pubblico della prima serata di Rai Uno a confrontarsi con un tema simile, con uno sguardo attento ma anche fiducioso, stemperando le note drammatiche con sapiente umorismo”. È, di fatto, la linea direttrice del cinema e della fiction contemporanea, quella di declinare malattia e disabilità, ed anche una condizione come l’ Asperger che non rientra in tali categorie ma se non compresa può portare molte sofferenze a chi la vive e ai suoi familiari, ricorrendo all’umorismo, da “Quasi amici” a “Braccialetti rossi”.

E Roberto Nocchi, che interpreta Max Ferraro nella serie televisiva Tutto può succedere 3, ha detto al Sussidiario: “Sicuramente Max è cresciuto molto, come sono cresciuto anche io in questi tre anni. Non solo dal punto di vista fisico ma anche per la personalità. E’ partito con delle difficoltà a livello relazionale e poi invece stiamo vedendo via via come stia riuscendo piano piano a relazionarsi meglio con le altre persone. Questa cosa dell’andare in primo liceo sicuramente lo mette a dura prova, tra l’altro anche io quest’anno sono andato in primo liceo. Devo dire che per alcuni aspetti ammiro Max perché lui è così determinato, non è in difficoltà come magari mi sono trovato io che mi vergognavo nei primi mesi di scuola. Lui ha il progetto di far rimettere i distributori automatici e non si smuove di fronte a niente”.

Un chirurgo Asperger

Da martedì 17 luglio, in prima serata su Raiuno, arriva invece “The Good Doctor”, che racconta le vicende di Shaun Murphy (interpretato da Freddie Highmore, che molti ricordano da bambino nel film “La fabbrica di cioccolato”), un giovanissimo chirurgo pediatra che dice addio alla sua vita di campagna e si trasferisce nel prestigioso ospedale St. Bonaventure di San Jose, in California.

Ma non si tratta di un medico qualunque perché Shaun è affetto da autismo e si presenta come un personaggio atipico: innocente, onesto e diretto, ma soprattutto con abilità particolari sopra la norma. A causa della sua malattia, però, fatica a relazionarsi con gli altri e proprio per questo inizialmente incontra l’opposizione del consiglio di amministrazione dell’ospedale e dei colleghi. Grazie all’appoggio del suo capo, il dottor Aaron Glassman (Richard Schiff), Murphy riuscirà però a sfidare lo scetticismo e i pregiudizi dello sfaff medico e a dimostrare il suo valore e le sue straordinarie capacità nel salvare vite.

Shaun Murphy, il ragazzo autistico protagonista di The Good Doctor dalle incredibili capacità mnemoniche e attento anche ai più minimi dettagli, è interpretato dal giovane attore Freddie Highmore. L’attore inglese, malgrado la giovane età, vanta una carriera cinematografica e televisiva di tutto rispetto: inizia già da bambino con il ruolo di protagonista del film La fabbrica di cioccolato (2003) e ne Le cronache di Spiderwick (2008) per poi approdare al piccolo schermo con la mini serie tv Close to the enemy. Il grande successo però arriva quando viene scelto per il ruolo di Norman Bates per la serie Bates Motel.

Composta da 18 episodi, la serie è stata già rinnovata per una seconda stagione, e il suo primo episodio è stato visto negli Stati Uniti da 11.220.000 persone, diventando il debutto di una serie drammatica del lunedì più visto sul network sul network ABC da ben 21 anni.

Highmore per la sua interpretazione del Dr. Shaun Murphy ha già ricevuto una nomination come Miglior Attore in una Serie Drammatica ai Golden Globe, venendo però sconfitto da Sterling K. Brown (This Is Us).