Sarà a Bari l’incontro organizzato dalla Cei con i vescovi del Mediterraneo. Bassetti: “uno sguardo incrociato e complessivo”

Un “Incontro di riflessione e di spiritualità per la pace nel Mediterraneo”, grazie al quale si confronteranno in Italia i vescovi dei Paesi del Mediterraneo, si terrà a Bari. Proprio come nei famosi “Colloqui mediterranei” voluti per un’intuizione del sindaco “santo” di Firenze Giorgio La Pira sessanta anni fa, con la volontà di “unire le Chiese d’Occidente e d’Oriente in un abbraccio di pace, amicizia e solidarietà fra i popoli”, come ricorda Avvenire.

Lo ha annunciato Bassetti durante la conferenza stampa tenuta al termine del Consiglio permanente, nell’ambito del quale si è presa la decisione. Il periodo previsto sarà quello del novembre 2019, in coincidenza con l’assemblea autunnale della Cei, e ora si tratta solo di mandare l’idea al vaglio di Papa Francesco e della Segreteria vaticana.

Una decisione peraltro ottimamente accolta dall’arcivescovo di Bari-Bitonto Francesco Cacucci, nella città che già lo scorso 7 luglio, come teatro dell’Incontro con i capi delle Chiese e delle comunità cristiane del Medio Oriente a cui partecipò Papa Francesco, il pontefice parlò di una “finestra spalancata sul vicino Oriente”.

Il presidente della Cei Bassetti aveva già parlato di questo progetto durante la sua visita in Libano, nel marzo scorso, in cui il cardinale ha incontrato i patriarchi del medio Oriente. “I cristiani per la loro origine “mediterranea”, per la ricchezza delle tradizioni, per il significato incontestabile della loro azione in tutti questi Stati e non ultimo per la forza ecumenica del loro martirio che continua ancora oggi sono chiamati a dare un contributo all’elaborazione di una prospettiva di dialogo e di riconciliazione del Mediterraneo, salutare per il mondo intero”, aveva detto Bassetti nell’occasione.

Il presidente della Cei in questo caso ha invece affermato: “Davanti agli occhi, e soprattutto nel cuore, abbiamo le tante situazioni di estrema instabilità politica e di forte criticità dal punto di vista umanitario. Dalla Libia alla Siria, dall’Iraq a Israele, solo per esemplificare, il Mediterraneo è teatro di conflitti e tragedie, di scelte disperate e di minacce. Osserviamo con viva apprensione un fenomeno che vede migliaia di persone fuggire dalle regioni povere dell’Africa, affrontare in condizioni indicibili la traversata del deserto, per finire profughi in mare o schiavizzati nei campi di detenzione in Libia. Negli ultimi quindici anni sono stati più di trentamila i morti annegati: una vera ecatombe”.

Uno “scenario preoccupante” a cui politici e grandi organizzazioni “sembrano incapaci di ricercare soluzioni adeguate”, ha spiegato Bassetti. Che ha raccontato: “incontrando uomini di cultura, vescovi, politici attenti e studiosi, ho maturato la convinzione di un segno forte che la Chiesa debba lanciare per tentare di fermare la violenza e riportare tutti al bene della riflessione e della pacifica soluzione delle controversie”. I lavori, ancora in itinere di preparazione, potrebbero coinvolgere esperti, gruppi di studio e fondazioni che si interessano di Mediterraneo, nel modello del Sinodo in cui gruppi di studio si proporranno per una sintesi finale. Organizzandosi anche attraverso strumenti di approfondimento, documenti e schede.

Creando cioè uno “spazio di dibattito e di confronto tra i vescovi per dare luce al “valore aggiunto” che proviene loro dalle responsabilità ecclesiali per offrire ai problemi mediterranei uno sguardo incrociato e complessivo dalle diverse rive del Mediterraneo”.

 

Francesco Gnagni