Se Di Maio spinge Salvini lontano da Berlusconi (di M. De Carli

Di Maio lo ha ribadito intervistato da Bruno Vespa a “Porta a Porta”: l’alleanza giallo-verde fa bene alla Lega e a Salvini in particolare. E i sondaggi lo confermano con il partito fondato da Umberto Bossi che si attesta abbondantemente sopra il
30% dei consensi, sopra di alcuni punti anche allo stesso movimento del ministro del lavoro e dello sviluppo economico. La
partita in corso sono gli assetti europei e i Cinque Stelle hanno un unico obiettivo: allontanare Salvini dal rapporto pluriennale con Berlusconi per costruire un asse duraturo di impianto populista-sovranista.

Ormai è chiaro a tutti che è in corso uno scontro da due grandi blocchi elettorali: da una parte i filo-europeisti che vedranno tra i loro massimi rappresentanti in Italia Berlusconi e Renzi e dall’altra gli euroscettici alla Salvini o Le Pen. L’obiettivo delle parti in gioco è quello di drenare più consensi possibili attraverso anche operazioni di restyling in termini di immagine e di piattaforma programmatica.

Non a caso Giorgia Meloni ha dichiarato, durante “Atreju” (la festa nazionale di Fratelli d’Italia), di voler realizzare un fronte politico “sovranista-conservatore” capace di attrarre i delusi di Forza Italia (uno su tutti il governatore della Regione Liguria Toti). Non è casuale nemmeno la strategia messa in atto dai 5 Stelle, per far saltare definitivamente il tavolo tra Salvini e Berlusconi, tesa a non sopprimere le ambizioni governative del leader leghista garantendogli la presenza nella manovra finanziaria di quelle misure capaci di dargli leve utili per concretizzare il consenso accumulato in questi primi cento giorni di governo.

Un Salvini forte alleato di un Di Maio stabile con una Meloni capace di svuotare gradualmente il serbatoio moderato di Forza Italia rappresenta il tentativo di realizzare un fronte populista-sovranista che abbia i numeri per essere la forza più rappresentativa a livello europeo. E le istanze popolari che vedono nel primato di famiglia, vita e persona la propria consistenza dove trovano cittadinanza?

Di certo in questo asse populista- – nazionalista non trovano casa: serve il concretizzarsi di quella proposta politica popolare ma non allineata al pensiero dominante di Angela Merkel che trova corpo e sostanza nell’azione del governo Orbán in Italia e in Europa.

Per questo come Popolo della Famiglia abbiamo deciso di aderire al Partito Popolare Europeo e di essere affianco ai partiti popolari alla guida dei paesi dell’Est Europa per essere maggioranza nel PpE al prossimo Parlamento Europeo e incidere pesantemente nella scelta del nuovo Presidente della Commissione Europea che dovrà essere necessariamente in controtendenza rispetto al quinquennio Junker.

La terzia via del popolarismo europeo capace di rifarsi al primato di persona, famiglia e vita rispetto alle nazioni e alla
finanza globale è l’unica strada percorribile per costruire una nuova cultura di vita nei palazzi di Bruxelles e Strasburgo in grado di soppiantare la dilagante cultura di morte.

Mirko De Carli