Senza le Ong i migranti muoiono di più. Domenica altri 63. E 2500 sono stati riportati in Libia (nei lager). La Merkel: accordo con Conte era impossibile

L’Unhcr Libia denuncia un’altra tragedia del mare: 63 persone risultano disperse dopo che il barcone su cui viaggiavano si è capovolto. Altre 41 persone, sempre stando a quanto riferisce l’agenzia Onu sul suo profilo Twitter, sono state tratte in salvo dalla guardia costiera a largo di Zwara.

Il portavoce della Marina libica ha confermato che c’è stato un naufragio “sicuramente” con annegamenti al largo delle coste libiche: “Ci sono varie imbarcazioni e una era in condizioni critiche. Sicuramente ci sono dei morti”, ha dichiarato.

La Guardia costiera libica intanto ha fatto sapere sulla sua pagina Facebook di aver compiuto altri due recuperi di migranti che erano su gommoni al largo delle coste occidentali della Libia per un totale di 220 persone, tutti di “diverse nationalita’ africane”. Il primo intervento, compiuto dalla motovedetta Talil “nella notte tra sabato e domenica”, ha riguardato 115 migranti il cui gommone era a 8-10 miglia a nord di Sorman. Il secondo, compiuto dalla stessa imbarcazione “salpata all’alba”, ha tratto in salvo 105 persone, tra cui “due bambini e 10 donne” 10 miglia a nord di Sabrata.

Nell’ultima settimana, dal 21 al 28 giugno, 2.425 persone intercettate in operazioni di salvataggio in mare sono state sbarcate in Libia. Il picco è stato toccato il 24 giugno, quando sono tornati in Libia quasi mille migranti salvati in un solo giorno.

Altri numeri che danno la portata della drammatica situazione in atto li fornisce Christine Petrè, la portavoce per la Libia dell’Oim, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni: sarebbero in tutto più di diecimila i migranti salvati o bloccati dalla Guardia costiera libica attualmente rinchiusi in 20 centri di detenzione in condizioni estreme, tra il sovraffollamento delle strutture e l’ondata di afa che nel Paese sta facendo registrare temperature di oltre 40 gradi.

Il governo italiano, intanto, continua la linea dura nonostante l’ondata di orrore per l’ultima tragedia in mare in cui sono morti i tre bimbi con le tutine rosse: i loro corpi, ritratti in una terribile fotografia che ha fatto il giro del mondo, pesano sulle coscienze ma non inducono il governo a smussare la linea politica apertamente ostile alla collaborazione offerta dalle navi delle Ong.

“Un accordo con l’Italia non era possibile. L’Italia vuole prima ottenere una riduzione dei migranti che arrivano in quel Paese. Il premier (Giuseppe Conte, ndr) ha detto che hanno l’impressione di essere stati a lungo piantati in asso“, ha spiegato Angela Merkel, in un’intervista alla tv Zdf, ha spiegato l’esito del vertice Ue di giovedì e venerdì scorsi, quando Berlino e Roma non hanno raggiunto un’intesa sui cosiddetti movimenti secondari, cioè gli spostamenti dei richiedenti asilo tra i vari Stati dell’Ue. In base al Regolamento di Dublino una domanda di asilo deve essere lavorata da un solo Stato membro, che solitamente è quello di primo arrivo.

La cancelliera ha sottolineato che “al momento” un accordo non era possibile con Roma ma certamente “bisogna continuare a dialogare” perché “l’intero sistema Schengen è a rischio se non viene gestito” in accordo. “Ciascuno percepisce che c’è molto in gioco, e che la situazione sia seria lo sa chiunque”, ha aggiunto Merkel. Nel colloquio, la cancelliera ha affermato di essere per “la tenuta del’Unione, che ha una storia di successo e che insieme è forte”.