Via l’arcivescovo di Washington a seguito dello scandalo McCarrick. Papa: “c’è differenza tra coprire delitti e commettere qualche errore”

Sono state accolte oggi da Papa Francesco le dimissioni dell’arcivescovo di Washington, Donald William Wuerl. Le dimissioni sono ​legate alla questione abusi dopo il caso del suo predecessore, l’ormai ex cardinale Theodore McCarrick. Il cardinale Wuerl aveva dichiarato di non essere mai venuto personalmente a conoscenza di rumours sugli abusi di giovani uomini da parte di McCarrick durante il periodo in cui era prete e vescovo, riconoscendo tuttavia che c’erano tanti altri ad aver affermato in precedenza l’esistenza di tali accuse. Inoltre era lui (con il nunzio apostolico Carlo Maria Viganò) che avrebbe dovuto far rispettare a McCarrick le misure precauzionali decise da Papa Benedetto XVI quando gli giunse notizia della situazione. Cosa che evidentemente non fece. Formalmente le dimissioni sono state presentate per ragioni di età, avendo il cardinale Wuerl superato da tempo i 75 anni canonici (è del 1940). Ma è evidente che la decisione del Papa è legata allo scandalo McCarrick.

Inoltre, nell’indagine sugli abusi sessuali su minori condotta nello Stato Usa della Pennsylvania, il cardinal Wuerl era stato accusato di aver coperto numerosi preti pedofili quand’era vescovo di Pittsburgh. Anche se è stato chiamato in causa per non aver agito correttamente nel gestire i casi di alcuni preti abusatori, gli viene riconosciuto di aver agito bene in altri casi, dimostrandosi in anticipo sui tempi. Wuerl è stato uno dei porporati più impegnati nella lotta agli abusi sui minori, in linea con la ‘tolleranza zero’ inaugurata da Papa Ratzinger e riba adita da Bergoglio.

L’accettazione delle dimissioni è stata accompagnata da una lettera personale di Papa Francesco a Wuerl, che lo nomina amministratore apostolico fino all’annuncio del suo successore, provvedimento che implica comunque stima (non è andata così ai 5 vescovi cileni dimissionati recentemente né al cardinale Urosa Savino di Caracas, allontanati dalle diocesi con l’accettazione delle dimissioni). Nel testo, infatti, il Papa elogia il cardinale per la decisione da lui presa di lasciare l’incarico per il bene della Chiesa e della sua unità.

“Riconosco nella tua richiesta il cuore del pastore che, allargando lo sguardo per riconoscere un bene maggiore che può giovare alla totalità del corpo, privilegia azioni che sostengano, stimolino e facciano crescere l’unità e la missione della Chiesa al di sopra di ogni tipo di sterile divisione seminata dal padre della menzogna, il quale, cercando di ferire il pastore, non vuole altro che le pecore si disperdano”.

“Possiedi elementi sufficienti per giustificare il tuo agire e distinguere tra ciò che significa coprire delitti o non occuparsi dei problemi, e commettere qualche errore. Tuttavia, la tua nobiltà ti ha condotto a non usare questa via di difesa. Di questo sono orgoglioso e ti ringrazio”, ha scritto Francesco a Wuerl.

Nominato arcivescovo di Washington nel 2006 da Benedetto XVI succedendo all’allora cardinale McCarrick poi sanzionato da Papa Francesco che gli ha tolto la porpora a seguito di una fondata denuncia per abuso su un minore avvenuta a New York nei primi anni Settanta, Wuerl aveva già presentato le dimissioni nel novembre 2015, al compimento dei canonici 75 anni. Ma aveva ottenuto una proroga. Ed era venuto a Roma, in Vaticano, a fine agosto, per incontrare il Papa sulla propria situazione. Al ritorno aveva scritto al clero di aver chiesto a Francesco “di discernere quale fosse per me la migliore decisione da prendere mentre affrontiamo nuove rivelazioni sull’estensione dell’orrore degli abusi clericali sui minori e dei fallimenti dei vescovi nel sorvegliare”.