I “suggerimenti” di Renzi a De Bendetti sulle azioni delle Popolari. Una tempesta in un bicchier d’acqua o la spia di un malcostume talmente diffuso da sembrare normale?

“Quindi volevo capire una cosa… salgono le Popolari?”. “Sì su questo, se passa un decreto fatto bene, salgono”. “Passa, ho parlato con Renzi ieri, passa”. Sono queste le frasi “incriminate” di una conversazione tra Carlo De Benedetti e Gianluca Bolengo, banker di Intermonte sim. La telefonata – scrive il quotidiano La Stampa – risale al 16 gennaio 2015, è stata registrata da Intermonte e conservata ai sensi della normativa sugli Intermediari finanziari. Era corretto che renzi e De Benedetti discutessero di quel provvedimento quattro giorni prima dell’approvazione del decreto che impone alle Popolari di trasformarsi in società per azioni, tempo 18 mesi. Da parte sua la Consob apre un’indagine e acquisisce la registrazione della telefonata, ma anche se accerta che la Intermonte sim, per conto della Romed (società di De Benedetti), compra titoli delle Popolari per 5 milioni realizzando una plusvalenza di 600 mila euro, archivia il procedimento. L’incartamento arriva alla Procura di Roma che – scrive ancora La Stampa – in primavera sente Renzi, De Benedetti e il vice direttore generale di Bankitalia, Fabio Panetta. Nel giugno del 2016, la Procura di Roma presenta richiesta di archiviazione sul caso.

Per il portavoce dell’ingegner De Benedetti “non vi è stato alcun abuso di informazione privilegiata da parte sua. L’approvazione della norma era ampiamente nota, al unto che UBS aveva tenuto una conferenza stampa sul tema due settimane prima, presso la Borsa di Milano, consigliando di acquistare azioni delle banche Popolari. Del resto, anche la Procura di Roma, investita della vicenda, a giugno dello scorso anno ne ha chiesto l’archiviazione”.

“L’ennesima puntata di un film che continua a ricamare su questi temi”, ha lamentato l’ex premier Matteo Renzi intervenendo a Porta a porta. “Di questo provvedimento – ha spiegato – si parlava da tempo, perfino su un quotidiano che si chiama Repubblica… Da parte nostra c’è stata assoluta trasparenza. Se qualcuno ha commesso dei reati lo deve valutare la procura”. Secondo Renzi, “la riforma delle popolari andava fatta perché le banche popolari erano nelle mani dei politici territoriali che se le spartivano… Ciampi e Draghi volevano fare quella riforma, noi l’abbiamo fatta”. Un portavoce dell’ingegner De Benedetti ha ricordato che “non vi è stato alcun abuso di informazione privilegiata: l’approvazione era nota, al punto che UBS aveva tenuto una conferenza stampa consigliando di acquistare azioni delle banche popolari. E la Procura di Roma, investita della vicenda ha chiesto l’archiviazione”.

“Se fosse capitata a me” questa cosa “sarei già in croce, vediamo come andrà a dipanarsi la vicenda ma certamente quel conflitto di interessi che è stato addebitato a me fa assolutamente sorridere: De Benedetti oggi è stato preso con le mani nella marmellata”, ha detto Silvio Berlusconi.

Il candidato premier grillino Luigi Di Maio ha definito “uno scandalo sapere che il premier, mentre stava per fare un decreto legge, chiama De Benedetti per dirgli che sta per fare il decreto e quello chiama i suoi e dice ‘comprate le azioni”. “Se questo è il modello del Pd io questo modello lo combatterò con tutte le mie forze. Non vanno votati”, ha dichiarato Di Maio. E il suo collega pentastellato Alessandro Di Battista ha aggiunto su twitter: “il conflitto di interessi tra Pd e banche si ingrossa”.
“Ogni giorno emergono inquietanti conferme sugli intrecci tra banche, Pd e amici degli amici”, ha scritto su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

Giancarlo Cavalleri