Tra Nato e Russia è scoccata l’ora del dialogo? (di C. Meier)

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Nelle ultime ore si è concluso a Bruxelles un importante vertice tra la Nato e i rappresentanti della Federazione russa. “È stato un incontro utile, andato a buon fine, nel quale abbiamo discusso di due temi importanti: l’Ucraina e il trattato Inf”, ha dichiarato il segretario Stoltenberg (nella foto), aggiungendo inoltre: ”Su entrambi questi temi, gli alleati e la Russia sono fondamentalmente in disaccordo. Ma questo è esattamente il motivo per cui è importante parlare, bisogna affrontare le preoccupazioni per aumentare la prevedibilità e ridurre i rischi. Dal 2014 – ha proseguito Stoltenberg – l’Ucraina è sempre stata il primo punto della nostra agenda. Abbiamo quindi oggi discusso delle crescenti tensioni all’interno e attorno al Mar d’Azov, nonché della situazione della sicurezza nell’est dell’Ucraina. Gli alleati della Nato hanno chiarito che non riconoscono e non riconosceranno l’annessione illegale della Crimea. E hanno invitato la Russia a rilasciare immediatamente i marinai
e le navi sequestrate a novembre”.

In merito invece al Trattato Inf, ha evidenziato Stoltenberg: “Tutti i membri del Consiglio Nato-Russia, concordano sul fatto che il Trattato sia stato fondamentale per la sicurezza euro-atlantica. Ma il Trattato è ora in pericolo. E sfortunatamente, non abbiamo visto alcun segno di svolta. I ministri degli Esteri della Nato si sono incontrati su questo tema in dicembre. E tutti gli alleati condividono il punto che il sistema russo Ssc-8 violi le regole dell’ Inf. Oggi, i Paesi alleati hanno invitato di nuovo la Russia a ritornare ad attenersi alla piena e verificabile conformità al Trattato siglato nel 1987, hanno inoltre espresso il fermo impegno a sostenere e rafforzare il controllo degli armamenti”.

Durante il vertice, ha poi affermato il segretario della Nato, “è stato anche reso noto che
l’Organizzazione Atlantica intende studiare nuove iniziative globali per controllare la proliferazione dei sistemi missilistici, dei quali oggi dispongono in maniera similare sia la Cina che l’Iran”, perché “i Paesi alleati non vogliono una corsa agli armamenti e stanno lavorando alla preparazione di nuove iniziative per favorirne un controllo. Negli anni ’80, l’URSS e gli Stati Uniti avevano quasi esclusivamente missili a medio e corto raggio, mentre oggi sono anche sviluppati, da India, Pakistan, e Nord Corea”.

Intanto arriva una prima risposta da Mosca. Il viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov ha
affermato che “la parte americana non ha nemmeno cercato di avvicinarsi in qualche modo alle posizioni russe”.

Washington ha invece confermato che inizierà il processo di uscita dell’accordo il 2 febbraio, se la Russia non distruggerà il missile 9M729, il quale, secondo gli Stati Uniti, non è conforme all’Inf.