“Tu sei cristiano o cristiana? Vivi come tale”. Il Papa a Santa Marta: “la distruzione incomincia da dentro e finisce quando il Signore dice basta”

“C’è la paganizzazione della vita, nel nostro caso, cristiana. Viviamo come cristiani? Sembra di sì. Ma in verità, la nostra vita è pagana, quando succedono queste cose, quando entra in questa seduzione della Babilonia e Gerusalemme vive come Babilonia. Vuol fare una sintesi che non si può fare. E ambedue saranno condannate. Tu sei cristiano? Tu sei cristiana? Vivi come cristiano. Non si può mescolare l’acqua con l’olio. Sempre diverso. La fine di una civiltà contraddittoria in sé stessa che dice di essere cristiana e vive come pagana”.

Lo ha affermato Papa Francesco durante l’omelia di Santa Marta, affrontando il tema liturgico della settimana della fine del mondo con le due letture, la prima tratta dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo in cui si descrive la distruzione di Babilonia, la città bella, simbolo della mondanità, “del lusso, dell’autosufficienza, del potere di questo mondo”. E la seconda lettura è tratta dal Vangelo secondo Luca, racconta la devastazione di Gerusalemme, la città santa.

“Il suono dei musicisti, dei suonatori di cetra, di flauto e di tromba, non si udrà più in te; – non ci saranno le feste belle, no … – ogni artigiano di qualsiasi mestiere non si troverà più in te; – perché non sei una città di lavoro ma di corruzione – il rumore della macina non si udirà più in te; la luce della lampada non brillerà più in te; – sarà forse una città illuminata, ma senza luce, non luminosa; questa è la civiltà corrotta – la voce dello sposo e della sposa non si udiranno più in te. C’erano tante coppie, tanta gente, ma non ci sarà l’amore. Questa distruzione incomincia da dentro e finisce quando il Signore dice: “Basta”. E ci sarà un giorno nel quale il Signore dirà: “Basta, alle apparenze di questo mondo”. Questa è la crisi di una civiltà che si crede orgogliosa, sufficiente, dittatoriale e finisce così”.

“Ci sarà un giorno nel quale il Signore dirà: ‘Basta, alle apparenze di questo mondo’. Questa è la crisi di una civiltà che si crede orgogliosa, sufficiente, dittatoriale e finisce così”. E Gerusalemme, la città santa, vedrà la sua rovina per un altro tipo di corruzione, quella “dell’infedeltà all’amore; non è stata capace di riconoscere l’amore di Dio nel suo Figlio”.

“Ci sono delle tragedie, anche nella nostra vita, ma davanti a queste, guardare l’orizzonte, perché siamo stati redenti e il Signore verrà a salvarci. E questo ci insegna a vivere le prove del mondo non in un patto con la mondanità o con la paganità che ci porta alla distruzione, ma in speranza, distaccandoci da questa seduzione mondana e pagana e guardando l’orizzonte, sperando Cristo, il Signore. La speranza è la nostra forza: andiamo avanti. Ma dobbiamo chiedere allo Spirito Santo”, ha concluso il Papa.

F. G.