La bellissima e bravissima Jasmine Trinca è la trentenne Augusta in “Un giorno devi andare”, il film di Giorgio Diritti trasmesso il 25 aprile dai Rai Due ma attualmente visibile su Raiplay, e vale la pena di cliccare qui per guardarlo.
La ragazza vive un momento di sconforto a causa di un grave lutto e della fine di un rapporto d’amore. Augusta vuole ritrovare il senso della propria esistenza e decide di lasciare l’Italia per il Brasile. Il suo viaggio, inizialmente, la porta a bordo di una barca in compagnia di suor Franca, amica della madre, impegnata a evangelizzare gli Indios. Ma, lontana da ogni velleità missionaria, Augusta si separa dalla suora e prosegue da sola il suo itinerario in Amazzonia. Finisce per approdare in una favela a Manus, sulla riva del Rio Negro. Qui, la donna tocca con mano il contrasto, che regna nel luogo, tra la povertà estrema dei più e il denaro dei pochissimi che tutto possono. Incontra persone, stabilisce relazioni e, di nuovo, ritorna a mettersi in marcia alla ricerca di uno spazio intimo, di un contatto più profondo con se stessa.
“La protagonista – scrive Daniela Catelli su Coomingsoon.it – cerca e forse trova, sia pure dolorosamente, un equilibrio interiore e l’esperienza di una maternità superiore, grazie al contatto con la gente e coi bambini del luogo. Generoso nei contenuti, sincero nelle intenzioni e straordinario nello sguardo cinematografico, Un giorno devi andare è meno risolto dei precedenti film del regista, ma ci lascia comunque nel cuore e nella mente immagini, suoni, suggestioni e spunti di riflessione che porteremo a lungo con noi.
E’ una storia piena di echi e suggestioni quella narrata in questo film, che è, anche produttivamente, una sfida alle ristrettezze mentali del cinema italiano. L’autore non ha paura di puntare in alto e indica, con la sensibilità che lo contraddistingue, la necessità avvertita da molti di un percorso di ricerca spirituale (laico), necessario per uscire dall’impasse di un consumismo che, inondandoci di superfluo, ci ha trasformato in isole infelici, incapaci di entrare in reale contatto con gli altri e di condividerci sogni, sentimenti e tempo, in un’esperienza comunitaria capace di arricchire ogni partecipante.
Un giorno devi andare (splendido titolo esortativo), non è compiuto come i due precedenti film del regista: proprio nella parte finale, con l’arrivo della ragazza della favela in casa di Augusta, la storia si sfilaccia e procede un po’ meccanicamente fino al finale aperto. Ma il film tocca vette altissime quando Diritti mette la sua macchina da presa in posizione di ascolto e fa parlare i luoghi e la gente, lasciandoli interagire con sguardo quasi documentaristico e senza sovrapporvi una narrativa che di fronte alla forza delle immagini e dei suoni appare quasi superflua.
Jasmine Trincia dipinge efficacemente un personaggio dolente, chiuso e spigoloso, che lascia trasparire un’immensa tenerezza e un animo infantile. E sarà difficile dimenticare, anche molto tempo dopo aver visto il film, l’aliena bellezza di questo angolo sperduto di mondo, che l’autore ama e non sfida con l’arroganza di un Fitzcarraldo. Perché il suo sguardo, qui come altrove, è sempre puntato sull’uomo, che nella sua sconfinata miseria non ha niente di sicuro se non il lento e infinito fluire del fiume”.
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