Un gruppo di ragazzi si ferma a cantare davanti Santa Marta e Francesco li va a conoscere

“Un’esperienza unica e indimenticabile” la definiscono a una sola voce il gruppo di quaranta ragazzi e ragazze della parrocchia di Sant’Antonio di Padova, a Serra di Pepe, piccola frazione di Ruoti, in Basilicata. In pellegrinaggio a Roma nell’ambito del cammino di preparazione al prossimo sinodo sui giovani, il gruppo guidato da don Mimmo Lorusso ha visitato domenica 11 marzo i Musei vaticani e la basilica di San Pietro. Nel percorrere il tragitto per raggiungere la piazza e partecipare alla preghiera dell’Angelus i ragazzi si sono fermati davanti alla residenza di Casa Santa Marta e, a ritmo di chitarra, hanno iniziato a cantare con la segreta speranza di veder uscire il Papa Francesco. Poi quello che non si aspettavano invece è successo. Una di loro, Veronica D’Andrea, racconta all’Osservatore Romano: “Il Papa, sentendosi chiamato con gioia da tutti noi, si è avvicinato e con naturalezza da parte sua e con nostra profonda commozione, ci ha salutati personalmente domandandoci la nostra provenienza e chiedendoci di pregare insieme tutti uniti un’Ave Maria, ma soprattutto lasciandoci un bellissimo messaggio”.

“Voi – ha detto Francesco – siete una risorsa. Preparatevi bene al sinodo e soprattutto fate chiasso, la gioventù è per quello. E’ importante, siete importantissimi, cosa sarebbe la Chiesa senza i giovani?”. “Guardando voi – ha proseguito – mi viene in mente quello che fecero i giovani nella Chiesa primitiva, nell’episodio narrato negli Atti degli Apostoli: quello di Anania e Saffira che dopo aver truffato e mentito agli apostoli, caddero a terra e morirono”. Riferendosi al passo citato, il Pontefice ha sottolineato che per ben due volte “si alzarono i più giovani” e, avvolti i corpi dei due anziani coniugi in un lenzuolo, li portarono fuori per la sepoltura. “I giovani fecero così pulizia” ha commentato, rivolgendo al gruppo un invito esplicito: “Voi pure fate pulizia nella Chiesa, ci aiuterà tanto! E pregate per me”.

“Incontrare il Papa faccia a faccia – confida ancora Veronica è stato un modo per credere che la distanza tra Dio e l’uomo si fa più corta e che tutto è un dono. Dobbiamo sorprenderci ogni giorno delle meraviglie che Cristo ci regala, come questo incontro inaspettato. Papa Francesco con la sua semplice umanità ci ha fatto comprendere questo: sono un uomo come voi ma, guidato da Cristo, so essere anche io pescatore di uomini; fate lo stesso con il ‘chiasso’ delle vostre vite giovani, fate lo stesso con il ‘chiasso’ di una vita fatta di quell’amore capace di ripulire ogni stortura umana e vedrete che il mondo sarà più bello perché fatto da anime salvate da Dio”.