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TS – Ambiente difficile e scarsi investimenti: Spalletti riflette sul suo futuro all’Inter

Il tecnico nerazzurro non nasconde l'insofferenza dell'ultimo periodo

Fabio Alampi

In queste settimane Spalletti ha provato sulla sua pelle cosa voglia dire allenare a Milano. In molti avrebbero fatto la firma all’idea di trovarsi dopo ventitre partite a un punto dal terzo posto, ma la parabola legata al rendimento della squadra dopo il 5-0 al Chievo ha trasformato in psicodramma tutto ciò che accade intorno all'Inter tra mal di pancia dei giocatori (che trovano pure il tempo per litigare sui social), contestazione montante dei tifosi, parole in libertà dell'ex proprietario, mentre sono inquietanti i silenzi di chi oggi è azionista principale del club. Non a caso Spalletti appare ogni giorno più insofferente a quello che gli capita intorno. Qualche settimana fa aveva sottolineato che per sviluppare il progetto sarebbe occorso almeno un biennio mentre sabato, prima della gara con il Crotone, ha corretto il tiro. Non pensa di andarsene, ma piuttosto di cambiare molte cose. È senz'altro rimasto deluso dall'esito del mercato (aveva chiesto un centrocampista alla Torreira ma non è arrivato nessuno anche perché troppe energie sono state sprecate su Pastore), non gradisce i troppi spifferi che escono da Appiano (ha parlato apertamente di talpe) ed è rimasto scottato dal peccato originale di Suning, quello di aver cambiato le carte in tavola una volta arrivato l'altolà di Pechino sugli investimenti all'estero in settori non ritenuti strategici come lo è il calcio. Ci sono equilibri da ricostruire nei rapporti tra il club e Spalletti, anche perché risulta difficile pensare che Zhang sia contento per i continui input a investire che arrivano da Milano. Con la Champions però cambierebbero gli orizzonti. E Spalletti avrebbe ancora più peso nel proseguire sulla rifondazione iniziata un'estate fa a Brunico.

(Tuttosport)

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