In occasione dei Mondiali di Russia, Mediaset ha intervistato per uno dei suoi speciali di presentazione Luciano Spalletti, tecnico dell’Inter, per avere un racconto della sua esperienza nel Paese che ospiterà la manifestazione, lui che in passato ha avuto un’esperienza di ben cinque anni alla guida dello Zenit San Pietroburgo. Il tecnico di Certaldo racconta in primo luogo il rapporto tra i russi e i tecnici italiani: “Quelli che ci sono passati hanno fatto vedere che amano lavorare, che sono tecnici della scuola di Coverciano dove effettivamente si riesce a imparare e si ricevono notizie da esportare anche all’estero. Loro, poi, se vedi che ti impegni e ami il tuo lavoro sono disponibili a venirti dietro. Noi in Italia abbiamo qualità su tutto, quindi anche per la categoria degli allenatori”.

Spalletti parla anche dei grandi lavori operati per il Mondiale: “Sono stati costruiti grandi stadi per club di grandi città e anche per club più piccoli. Quello di San Pietroburgo ha il campo estraibile e riscaldato, poi ci saranno terreni metà sintetici e metà naturali. Riusciranno a trovare l’equilibrio che quando allenavo io era un po’ precario; non c’erano le stesse situazioni per tutte le componenti del campionato e ti potevi trovare a giocare in campi sintetici più vecchi o campi riscaldati con erba vera, oppure con campi mezzi sterrati perché non si poteva creare il riscaldamento fondamentale per scongelare il campo quando c’erano le temperature basse”.

L’avventura allo Zenit è stata per Spalletti ricca di soddisfazioni, tra titoli nazionali e una qualificazione agli ottavi di Champions: “La mia esperienza in Russia la ricorderò per sempre perché è stata bella, intensa, da grandi risultati sotto l’aspetto umano soprattutto perché lì è nata mia figlia Matilde, quello rimarrà un segno indelebile. Poi trovai una società importante e disponibile a farmi creare uno staff di primo livello. Io riuscii a portare tutte le persone che ci volevano per lavorare nel miglior modo possibile, traduttori compresi. Attraverso un lavoro di gruppo riuscimmo a portare le loro attenzioni più su un calcio fisico, di duello e forza, anche su di una base tattica dove trovammo il beneficio maggiore per creare una buona squadra”.

Rimarrà nella storia la sua esultanza a torso nudo in campo dopo la conquista del primo campionato nazionale: “Lì fu fatta una scommessa con lo staff russo della società; i tifosi a un certo punto si spogliano sempre per scongiurare il fatto che la Russia sia un Paese noto solo per il freddo, mentre invece ci sono altre cose. Lì abbiamo ceduto a questa usanza, è stato solo un momento. La temperatura? Penso fossimo a -15, sopportabili viste le gradazioni alle quali sono abituati in Russia”. Spalletti analizza la città di San Pietroburgo anche dal punto di vista dei tifosi: “Sono persone rispettose, io fin dal primo momento ho sentito il sostegno della città. Lì la città dei derby era Mosca, quindi era difficile trovare tifosi di altre squadre vista la grande distanza; sono quasi tutti tifosi dello Zenit e hanno a cuore le sorti della loro squadra. Danno la loro vicinanza e la loro voglia di risultati. E quando non nevica, loro si sentono a disagio…”.

Qual è il giudizio di Spalletti sul calcio russo? “In quel momento lì ci fu poi un po’ di gara a migliorarlo e competere col calcio europeo; ricordo gli acquisti di Samuel Eto’o e Roberto Carlos da parte dell’Anzhi, di Hulk e Axel Witsel dello Zenit. Il calcio divenne di primissimo livello, il Cska Mosca aveva quasi tutta la Nazionale russa. Adesso il livello è andato verso il basso, soprattutto per via dell’assenza di giocatori con esperienza internazionale. Sono bravi ad assorbire quello che vuoi portare loro, se dici cose giuste sono disponibili ad ascoltare e prendere. Ma il confronto pratico fa la differenza ed è lì che manca qualcosa: sono costretti a far giocare con un determinato numero di stranieri e i loro calciatori giocano poco”.

Chiosa sulle favorite per il Mondiale? “Dico la Germaniae il Brasile perché ha un tecnico come Tite che, come dice Joao Miranda, lavora sulla difesa, la compattezza, le distanze di squadra. Se riesci a creare queste caratteristiche diventano un grande abbinamento con l’estrosità dei verdeoro. Protagonisti? Oltre ai soliti noti, Marcos Asensio e Kylian Mbappé potranno ritagliarsi uno spazio importante”.

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Sezione: Copertina / Data: Gio 31 maggio 2018 alle 12:31
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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