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Sanità, Ragni (Forza Italia) lancia la battaglia contro i "tagli ai posti letto"

Il capogruppo comunale di Forza Italia a Forlì, Fabrizio Ragni, replica al direttore generale dell'Ausl Romagna, Marcello Tonini, ed al sindaco di Forlì, Davide Drei

"Al netto della retorica edel trionfalismo sbandierato dagli amministratori del Pd e delle Ausl locali, a Bologna, come a Forlì, il settore pubblicoha scontato negli anni gli effetti progressivi deitagli ai servizi sanitari territorialied ai posti letto, la soppressionedei Punti nascita , il depotenziamento etrasformazione degli ospedali dei piccoli centri di periferia nei cosiddetti ospedali di comunità e le Case della Salute su cui la Regione investe ben presto mostreranno tutti i loro limiti. Per non parlare dell’annoso problema del malfunzionamento del pronto soccorso e delle lunghe liste di attesa per alcuni esami e visite specialisticheedei tempi di attesa per ricoveri ed interventi chirurgici che spingono sempre più spesso i cittadini a rivolgersi (a pagamento) al settore privato". Così il capogruppo comunale di Forza Italia a Forlì, Fabrizio Ragni, replica al direttore generale dell'Ausl Romagna, Marcello Tonini, ed al sindaco di Forlì, Davide Drei, che hanno presentato giovedì le prospettive della sanità nel territorio forlivese.

L'esponente berlusconiano ricorda che "in 10 anni a Forlì s’è passati da 503 a 428 postiletto, con ladiminuzione dei posti letto in discipline fondamentali stante l'invecchiamento della popolazione come la lungo degenza(da 74 a 21). Tagli e scelte opinabili fatte passare per riorganizzazioni innovative. Il progetto di area vasta in sanità e relativo taglio delle degenze è giustificato dal Pd come una razionalizzazione di risorse, in realtà si è trattato di undrastico risparmio sui servizi a danno degli utenti e soprattutto delle fasce deboli. Meno posti letto significa meno personale e meno ricoveri. E noi crediamo invece che si debbatagliare i costi degli apparatiburocratici e dei livelli dirigenziali amministrativi, rafforzando semmai l’apparato medico-infermieristico che rimane carente".

Sul progetto dellacostruzione della nuova Casa della Salute che sorgerà nell’area Ex Mangelli (un intervento da 11 milioni di euro) secondo Ragni "incombe il problema già evidenziato dalla categoria dei medici di medicina generale che temonoun ridimensionamento di ruolo di fattoinquadrato in funzione di mero erogatore di prescrizioni privo di autonomia professionale. Tanto che nella nostra regione si sono registrati casi di medici di medicina generale che si sono rifiutatidi trasferirsi nelle Case della Saluteo peggio, le hanno abbandonate, preferendo continuare a svolgerele loro attività nei propri ambulatori. In sanità pubblica, anche nel nostro territorio, che vanta comunque punte d’eccellenza, i problemi esistono e a ricordarli sono le stesse categorie professionali dei medici che per rivendicare un migliore trattamento sono scese in sciopero pochi mesi fa per 24 ore ricordando che "il continuo sottofinanziamento del servizio sanitario nazionale (arrivato oggi al 6,4% del Pil, tra i più bassi in Europa) ha costretto icittadini a pagare di tasca propria anche esami e terapie di cui avrebbero diritto”".

"I tagli ai posti letto si sommano ai tagli al personale e la carenza d’organico, associata al blocco del turnover, ha di fatto peggiorato le condizioni di lavoro - aggiunge Ragni -. Come Forza Italia abbiamo sollevato per primi il problema delpensionamento dei medici specialisti e dei medici di famiglia non compensato da nuove assunzioni e dalla scarsità di posti disponibili nelle scuole di specializzazione. Ele risposte dell’assessore regionale alla sanità non ci hanno convinto: l’apertura dei bandi sconta accessi ancora limitati.Una situazione checausa la sotto occupazione di migliaia di giovani medici, non ancora specializzati, costretti a lavori precari o ad emigrare all’estero”.

“Da tempo - prosegue l'esponente azzurro - Forza Italia associa la sua voce a quella dei medici persalvaguardare non soltanto le loro condizioni di lavoro, ma anche per difendere il diritto alla tutela della salute di tutti i cittadini, oggi costretti a pagare, ancora di più affidandosi al settore privato, quanto dovrebbe essere garantito loro dalla sanità pubblica. In questi anni abbiamoriportato nelle nostre interrogazioni e nei nostri interventi in aula e nei comunicati stampa tutte le criticità. E ci troviamo costretti a evidenziare che in prossimità del voto amministrativo della primavera del 2019 la dirigenza Ausl e gli amministratori del Pd altro non fanno che accentuare i toni trionfalistici senza entrare nel merito dei problemi veri e propri".

Ragni evidenzia soprattutto quello che chiama “un cambio di paradigma” e lancia la proposta: "il servizio sanitario nazionale deve farsi carico totalmente delle cure a favore delle persone affette da malattie croniche einvalidanti al 100% ricoverate in strutture convenzionate,sollevando da spese spesso insostenibili le famiglie dei malatiche devono sobbarcandosi il pagamento di rette che arrivano a 2000 - 2500 euro al mese con grave danno economico. Per esempio, esistono patologie come l’Alzheimer, la malattia più comune fra le cause di demenza senile, che colpiscono migliaia di persone: 20mila in Emilia-Romagna, 700mila in Italia e 47milioni in tutto il mondo che diventeranno 130 milioni entro il 2050. Cure ed assistenzadevono essere gratuite e a carico del servizio sanitario nazionale. Lodicono sentenze di tribunale, consiglio di Stato ed anche la Corte di Cassazione cheha stabilito recentemente che i costi per l'assistenza alle persone affette da Alzheimer comprese dei costi del soggiorno in Rsa (Residenza sanitaria assistenziale) con ricovero a tempo indeterminato,devono essere sostenuti dallo Statoe non a carico delle famiglie o dei parenti del malato, come accade oggi".

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