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Binario 8, il treno dei senzatetto

Binario 8, il treno dei senzatetto

23 Dicembre 2016, 05:04

Beppe Facchini

Via del Taglio, via Mazzini, il parco di via Milano, i portici della Pilotta, via Venezia, la Bnl di piazza Garibaldi e la stazione. Ecco la «mappa degli invisibili», i punti della città che ogni notte si trasformano in luoghi di dimora improvvisata per chi una casa vera non ce l’ha.

Lo scorso novembre l’assessore al Welfare, Laura Rossi, aveva lanciato l’allarme: «A Parma ottanta persone dormono per strada». A confermare il dato, dopo due mesi, sono i City angels, volontari in tenuta rossa che ogni sera girano per le vie cittadine donando cibo, coperte, maglioni e un pizzico di umanità a senzatetto italiani e stranieri. Negli ultimi tempi, spiegano, la percentuale di chi è nato nel Bel Paese è aumentata a dismisura.

E in tanti, dalle 11 di sera in poi, utilizzano i vagoni del convoglio che collega Parma a Brescia come una grande camera da letto arrangiata. Sul binario 8 dello scalo ferroviario, infatti, il treno in questione rimane fermo tutte le sere fino alle 6 del mattino. Entrare non è difficile: qualche finestrino rimane sempre un po’ aperto, ma può anche capitare di ritrovarsi persino spalancato uno dei normali ingressi alle carrozze. Basta farsi un giro da queste parti nelle ore buie e più fredde per rendersene conto. «Hanno una sorta di codice per entrare – racconta un “angelo della notte” –, un modo particolare di bussare per farsi aprire da chi è già all’interno». Chi in stazione ci lavora, è lecito immaginare, conosce questa prassi ma forse preferisce chiudere un occhio pur di non lasciare per strada chi non ha molte alternative. La questione, però, è che spesso, in attesa dell’ora adatta per intrufolarsi nelle carrozze, c’è chi alza troppo il gomito e dunque, ricordano ancora i City angels, meglio non disturbare. All’alba, poi, il treno riprende le sue corse quotidiane: i senzatetto lo sanno e liberano il convoglio per tempo.

«Ieri sera ho dormito anche io lì dentro: mi hanno rubato tutto, persino gli occhiali». Angelo, ex camionista siciliano di sessanta e passa anni, dorme per strada da un bel pezzo. Prima in piazza Ghiaia, poi sotto i portici di via Mazzini. Impossibile non averlo mai notato. Quando fa particolarmente freddo si rifugia in stazione (in fondo alla sala d’attesa, come tanti altri) o sul treno fermo al binario 8, con tutti i rischi annessi.

Mantic, invece, giovane dalla pelle scura, ha trovato dimora nel parco giochi di via Milano. Dorme in una casetta di legno con lo scivolo per bambini: in zona lo conoscono praticamente tutti, qualcuno gli ha anche regalato un panettone. Non infastidisce nessuno, assicurano sempre i City angels, e quando fa giorno porta via le sue coperte per lasciare il campo ai più piccoli. Stefano trascorre la notte nell’androne delle casse automatiche della Bnl, in pieno centro, mentre Kamal, 31enne di Casablanca, lo fa in una catapecchia tra via Venezia e via Serao. «Di fronte al capolinea dell’autobus 2N – spiega –. Dormo lì con un’altra persona». È in Italia da 11 anni, dal 2010 è senza lavoro. «Avevo un contratto regolare e per nove anni ho pagato i contributi», ci tiene a ricordare. Magid, anche lui marocchino, si apposta ogni notte non molto distante, vicino alla tangenziale. «Io un mestiere ce l’ho: sono un saldatore – racconta –, se mi dai un pezzo di ferro potrei farne qualsiasi cosa. Però non ho fortuna, è da più di due anni che non lavoro».

© Riproduzione riservata

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