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Samuele, ucciso a 14 anni da un male

Samuele, ucciso a 14 anni da un male

11 Gennaio 2016, 10:29

Ilaria Ferrari

Le parole non trovano sfogo. Le lacrime non servono a lenire il dolore.

Non c’è nulla che possa spiegare un simile dramma, una vita rubata così giovane alla realtà. Papà Salvatore, mamma Santina, la sorella Margherita e il fratello Nicola non trovano pace e non riescono a smettere di pensare ininterrottamente al loro piccolo Samuele Luigi.

Aveva solo 14 anni ed è stato strappato alla vita da un male inguaribile. La famiglia Colacino abita a Sant’Ilario d’Enza e queste ore sono le più terribili.

Era poco più di un bambino ed ora non c’è più, dopo solo nove mesi di malattia. Ci avevano sperato, fino all’ultimo, che tutto potesse risolversi per il meglio. Ma le cure non sono bastate, le preghiere nemmeno.

Non c’è stato nulla da fare per Samuele Luigi, il suo sorriso si è spento per sempre. La diagnosi di quella terribile malattia è stata un colpo al cuore.

Le cure hanno accompagnato giorno per giorno Samuele per nove mesi, fuori e dentro dagli ospedali, sempre con la forza di chi voleva continuare a vivere proprio perché aveva tutta la vita davanti. La famiglia sempre al suo fianco.

Genitori e fratelli che non si sono mai allontanati da lui, che hanno continuato a sostenerlo e ad amarlo di quell’amore puro e incondizionato che solo chi ti ha cresciuto sa dare.

La famiglia Colacino, originaria di Cutro, abita dal 2006 a Sant’Ilario dopo essersi trasferita da Parma. Samuele era iscritto al liceo scientifico Ulivi (ma non ha mai potuto seguire le lezioni in classe, solo via Skype) ed era anche un ragazzo sportivo, giocava nel Rugby Parma dove tutti lo ricordano con affetto.

«Era con noi da quattro anni ed ha continuato a giocare fino allo scorso aprile, quando gli è stato diagnosticato il male – ricorda Vanni Adorni, responsabile Under 16 del Rugby Parma - era un ragazzo gentile, cordiale, che non si arrabbiava mai e non ha mai dato alcun problema, né in campo né fuori. Capiva subito cosa c’era da fare e non si lamentava mai».

«Spesso ospitava i compagni a dormire a casa sua - prosegue Adorni - si riunivano tutti in mansarda e si arrangiavano con i sacchi a pelo: era uno che faceva squadra, faceva gruppo e non mancava mai alle trasferte di un paio di giorni».

Anche negli ultimi mesi, nonostante la malattia, non si era perso d’animo e continuava ad essere presente: «A novembre era venuto a fare la foto per il calendario della squadra – ricorda ancora il responsabile – e durante tutte le partite incitava i compagni tramite WhatsApp aggiungendo sempre che non vedeva l’ora di tonare. La sua scomparsa è stata una notizia terribile».

I funerali si svolgeranno oggi alle 14 partendo dalla casa del giovane per arrivare alle 14,30 in Duomo a Parma. Infine la salma verrà portata al cimitero di Sant’Ilario per la sepoltura.

© Riproduzione riservata

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