L’analfabetismo nel mondo: come possiamo intervenire -
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L’analfabetismo nel mondo: come possiamo intervenire

L’analfabetismo nel mondo: come possiamo intervenire

Il diritto all’istruzione non è qualcosa di cui tutti i bambini del mondo possono godere. Da alcune ricerche risulta infatti che più di 120 milioni di bambini nel mondo non è in grado di accedere all’istruzione; alcuni di essi non possono recarsi in una scuola per questioni economiche, altri perché nel luogo in cui vivono c’è una guerra o le condizioni politiche lo impediscono. In questa realtà è importante agire tutti insieme, per evitare che la situazione peggiori ulteriormente, creando un’indissolubile connubio tra povertà e analfabetismo.

La realtà in alcune parti del mondo
Mentre nel nostro Paese la quasi totalità dei bambini ha la possibilità di accedere all’istruzione, questo diritto fondamentale non viene concesso in altre zone del mondo. Stiamo parlando dell’Africa subsahariana, dove un’elevata percentuale di bambini non ha accesso alle scuole. In Niger il 78% dei bambini non può andare a scuola, in Somalia il 98% delle ragazze tra i 7 e i 16 anni non ha mai messo piede in un’aula, e l’elenco purtroppo potrebbe continuare a lungo. In questi Paesi la principale motivazione che impedisce ai bambini di avere un’infanzia, di imparare a leggere e scrivere, di giocare, è la povertà. In altre zone invece, come avviene in alcuni stati asiatici, sono le guerre, i conflitti interraziali, le condizioni politiche a vietare ai bambini l’accesso all’istruzione. Stiamo parlando di un diritto negato a due bambini ogni 3 in tantissimi luoghi del mondo. Una situazione ben diversa rispetto a quella che viviamo ogni giorno.

Cosa possiamo fare
Per arginare questa problematica ActionAid effettua campagne per sensibilizzare sul tema dell’adozione a distanza, come importante strumento per favorire la diffusione del diritto allo studio. Grazie all’adozione a distanza infatti tantissimi bambini possono trovare a sorridere, grazie alla possibilità di ottenere cure mediche, alimentazione equilibrata e accesso alla scuola.  Si tratta per noi di un impegno minimo, che si realizza attraverso il versamento di una minima quota mensile, a copertura delle spese necessarie per crescere un bambino in seno alla sua famiglia, nel Paese di origine. In pratica ci impegniamo a versare una piccola quota per favorire la diffusione del diritto all’istruzione, uno degli strumenti più importanti per migliorare la condizione di vita di tantissime famiglie nei luoghi meno sviluppati del mondo, o in cui sono presenti guerre e conflitti di vario genere.

Perché il diritto all’istruzione è così importante
Nel 1989 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la Convezione internazionale dei diritti dell’infanzia, che il nostro Paese ha ratificato il 27 maggio 1991. Il diritto allo studio fa parte di questa convenzione, come uno dei punti saldi più importanti. Conoscere, saper leggere e scrivere, consente di avere accesso alle informazioni che ci permettono di migliorare la nostra vita. Senza l’istruzione le persone che vivono in Paesi meno sviluppati non sanno quali siano i loro diritti civili e quindi non li possono rivendicare. Non possono accedere a lavori migliori, sono quindi relegate negli strati più bassi della società. In pratica l’analfabetismo favorisce il perpetuarsi della povertà, impedendo alle persone di crescere anche dal punto di vista economico e sociale. Un bambino che non è mai andato a scuola con buona probabilità diventerà un adulto povero, relegato in lavori umili e salario minimo, in un’economia di sussistenza.

La realtà dei Paesi meno sviluppati
Purtroppo il diritto all’istruzione viene negato principalmente dalle famiglie. Una delle motivazioni è correlata alla mancanza di fondi o alla necessità di utilizzare i propri figli come forza lavoro, per poter sopravvivere. In situazioni come queste purtroppo le prime a farne le spese sono le bimbe, in quanto viste come un peso per l’economia famigliare e spinte a matrimoni in tenera età.

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