Genova. Dopo oltre 50 assemblee popolari tenutesi in tutto il paese, “Potere al Popolo” arriva a nel capoluogo ligure, portando le suggestioni e lo spirito di lotta nati dal collettivo “Je so Pazzo” di Napoli, in risposta alla “fine dell’esperienza del Brancaccio, residuo di un piccolo e ormai insopportabile mondo antico della sinistra italiana”, naufragata anche con l’uscita di Possibile e Sinistra Italiana, confluite insieme a Mdp in Liberi e Uguali.
Venerdì sera la sala Cap di San Benigno si è riempita di circa 200 persone, intenzionate ad ascoltare la proposta “dal basso” della sinistra movimentista nazionale, che prova la corsa elettorale per trovare un “posto al sole” per garantire a tutto il mondo non rappresentato dalle varie sinistre di partito una rappresentanza nelle istituzioni.
“Alla fine, a suon di salvare il salvabile, abbiamo perso tutto” è la frase di esordio di Viola Carofano, che ha aperto l’assemblea raccontando il percorso fatto dal collettivo: “Le elezioni sono vicine dobbiamo stringerci ad un denominatore comune senza dividerci sulle virgole. Ogni territorio ha le sue tematiche e le sue lotte, dobbiamo trovare persone nuove, che siano di rottura, non per forza devono essere ‘comunisti’ ma che facciano cose da comunisti”.
Ma il movimento non ha solo le politiche come obiettivo: “Dopo le urne dovremo capire se abbiamo parlato con più persone di prima e misurare quante ne abbiamo coinvolte”
Dopo l’esponente del movimento partenopeo hanno preso parola diverse persone, singoli e rappresentanti di realtà, che non si sentono rappresentati da nessuna sigla al momento “in gioco”, ma che stanno subendo in maniera sempre più insopportabile crisi, erosione dei diritti, disoccupazione, precarietà, repressione e indifferenza.
Al microfono si sono alternati movimenti pacifisti, associazioni di medici volontari (come quelli che da anni seguono in prima linea la crisi umanitaria di Ventimiglia), qualche partito (Rifondazione Comunista), attivisti per i diritti umani, ambientalisti, precari del mondo della scuola e del lavoro. Presenti anche alcuni esponenti dei centri sociali genovesi: non hanno preso parola e posizione sulla questione, ma hanno testimoniato, con la loro presenza, forse, la necessità di trovare una nuova forma di “rappresentanza” e lotta, dopo la stagione dello “Spirito di Genova”, culminata proprio nei giorni del G8 del 2001.
“Il nostro obiettivo è stare a fianco alle masse, il nostro dovere è ridurre le distanze tra noi e il popolo – ha ribadito la Carofalo, in chiusura dell’incontro – Pane e Pace devono essere le nostre parole programmatiche, chiare e semplici e per tutti, nessuno escluso”.