Mafia, denunciò gli estorsorsi a Palermo: «Lasciato solo dallo Stato, ho perso tutto Non lo farei mai più» | La storia

Il 3 settembre del 1982 veniva ucciso il generale Alberto Dalla Chiesa. La commemorazione a Palermo

Santo Lo Bocchiaro è un uomo a cui lo Stato dovrebbe dire grazie. Per l’alto senso civico. E per il coraggio dimostrato. Ché quando vivi in una zona dove la mafia avviluppa ogni cosa suoi tentacoli e decidi di denunciare aiutando indagini che, altrimenti, sarebbero state complicatissime o non sarebbero mai partite, allora sei un cittadino andrebbe preso ad esempio. E, invece, Santo Lo Bocchiaro è un uomo solo. Abbandonato dallo Stato. E’ un uomo che dallo Stato si è sentito tradito, deluso, al punto che oggi, potendo tornare indietro, farebbe altre scelte: «Mi spiace ma io non lo rifarei mai più, io oggi scenderei a patto con la mafia».
Lui, piccolo commerciante di Brancaccio a Palermo, ha denunciato i boss della zona. Ha denunciato gli estorsori. Ma da quel momento la sua vita, paradossalmente, è diventata peggio di un incubo. «Mi hanno costretto a chiudere il negozio. E lo Stato mi ha lasciato solo», racconta. La sua testimonianza, il suo grido di aiuto e di dolore, lo ha affidato questa mattina a ai sottosegretari dell’Interno Stefano Candiani e Luigi Gaetti, a margine della commemorazione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ammazzato insieme alla moglie a un uomo della scorta il 3 settembre 1982. «Io non sono né un testimone di giustizia né un collaboratore – dice ancora Lo Bocchiaro – Non sono niente. So solo che ho denunciato gli estorsori e loro mi hanno fatto chiudere bottega dopo neppure un mese». «Bisogna trovare delle soluzioni – gli ha detto il sottosegretario Gaetti – Il mio impegno è quello di lavorare su questo versante. In commissione antimafia abbiamo sentito una cinquantina di testimoni di giustizia proprio per capire i loro stati d’animo». «Le faccio una confidenza – ha raccontato Lo Bocchiaro – quando mi hanno fatto trovare i proiettili a casa io la notte facevo la pipì a letto e non me ne vergogno – si è ancora sfogato il commerciante che oggi vive fuori da Palermo – Mi è venuta pure una ischemia per il forte stress». «Ormai mi chiamano lo ‘spione’ – dice – quando cerco lavoro non me lo danno perché ho denunciato gli estorsori». Qualche anno fa Santo Lo Bocchiaro aveva denunciato un tentativo di estorsione nella sua bottega di Brancaccio.

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lunedì, 3 Settembre 2018 - 11:48
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