Nascere e crescere nella guerra: molti bambini di Gaza hanno disturbi mentali
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Nascere e crescere nella guerra: molti bambini di Gaza hanno disturbi mentali

I sintomi più riscontrati sono l'iperattività, la tendenza alla solitudine e all'aggressività. Le nuove generazioni non hanno mai conosciuto alcuna realtà al di fuori della striscia

Gaza, la popolazione allo stremo come 'merce di scambio per risolvere dispute politiche'
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4 Giugno 2018 - 16.23


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Come si può crescere vivendo in una prigione a cielo aperto, nella miseria e, spesso, sotto le bombe e in un clima di violenza?
Una intera generazione di bambini della Striscia di Gaza è affetta da disturbi mentali, in conseguenza delle condizioni di vita e della continua esposizione alla guerra. Lo rivela una ricerca condotta da Save the Children, mettendo l’accento soprattutto sulle conseguenze dell’embargo su Gaza da parte di Israele ed Egitto da circa 10 anni, che ha influito su quello che è il tasso di disoccupazione più alto al mondo.
Ai gazawi – il cui 45% ha meno di 14 anni – è impossibile lasciare la Striscia, sulla quale Israele ha lanciato tre imponenti operazioni militari dal 2008. La più sanguinosa di esse nel 2014, denominata “margine protettivo”, nella quale morirono 2200 palestinesi, tra cui 500 bambini.
“La situazione a Gaza è come una pentola a pressione, le nuove generazioni non hanno mai conosciuto alcuna realtà al di fuori dei confini di Gaza”, spiega al quotidiano Al Arab al Jadeed Jennifer Moorehead, direttrice di Save the Children nei Territori Occupati. “Si tratta letteralmente della più grande prigione a cielo aperto del mondo”.
L’organizzazione britannica ha condotto un sondaggio tra 150 bambini e 150 assistenti sociali per l’infanzia, scoprendo che la depressione, l’iperattività e la tendenza alla solitudine e all’aggressività sono state riscontrate in ognuno dei bambini interpellati a Gaza. Dal sondaggio emerge che il 63% dei bambini ha incubi di notte, il mentre il 68% ha difficoltaàa prendere sonno.
Più del 60% degli assistenti intervistati che i bambini sono costantemente terrorizzati dalla paura delle bombe e dalla minaccia di un nuovo conflitto. Nel 78% dei casi, si riferisce che e’ il suono degli aerei da guerra la fonte di maggiore preoccupazione. Più del 90% degli assistenti intervistati sostiene che l’embargo israelo-egiziano ha avuto un impatto devastante sulle vite dei bambini, a partire dalla mancanza di elettricità – in molti casi poche ore al giorno – e alla scarsità di acqua potabile.
Negli ultimi 15 anni, il tasso di povertà è aumentato dal 30% al 50%, accanto al più alto tasso di disoccupazione al mondo.
La ricerca di Save the Children e’ stata effettuata prima dell’inizio della Marcia del Gran ritorno dello scorso 30 marzo, a partire dal quale sono stati uccisi circa 120 palestinesi dalle forze di sicurezza israeliane, mentre i feriti sono fino ad oggi circa 13000. 

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