'Doniamo a chi si dona', don Zappolini e lo spot a sostegno dei preti diocesani

Don Armando Zappolini
Don Armando Zappolini


Nel mese per il sostentamento dei sacerdoti torna la campagna CEI dedicata alla missione dei 35.000 preti diocesani.

Protagonista degli spot, pianificati su web e tv, Don Diego Conforzi, giovane parroco romano, seguito nella sua giornata tipo per illustrare il grande impegno quotidiano dei sacerdoti.

Tra i 35mila preti diocesani segnaliamo nel vostro territorio Don Armando Zappolini che a Perigano è in prima linea nella lotta al gioco d’azzardo.

Un mese con i sacerdoti, annunciatori del Vangelo in Parole ed opere nell’Italia di oggi, promotori di progetti anti-crisi per famiglie, anziani e giovani in cerca di occupazione. Come ogni anno torna la campagna di comunicazione per le Offerte Insieme ai sacerdoti destinate al sostentamento del clero diocesano.

C’è un’intera comunità con il suo parroco al centro dello spot tv sulle Offerte per i sacerdoti, con l’oratorio e gli abitanti del quartiere. Il parroco è Don Diego Conforzi, 42 anni, della parrocchia di Sant’Ugo nel quartiere Nuovo Salario di Roma, di circa 20.000 abitanti. Nel filmato una bambina del catechismo segue don Diego nella sua giornata tipo, dalle visite agli anziani alla pastorale giovanile, dal soccorso ai più poveri all’altare dove eleva il calice. “Doniamo a chi si dona” è la sintesi della campagna 2017 della Chiesa italiana. Uno spot per tornare a sottolineare l’impegno quotidiano di ogni “buon pastore” che ha scelto di essere al servizio del Vangelo e degli uomini, in ogni situazione, dalle più normali a quelle umanamente più problematiche.

Alla fine dei 15 e 30 secondi una voce recita: “Doniamo a chi si dona” con un invito a donare attraverso il sito www.insiemeaisacerdoti.it. Qui, oltre a tutte le informazioni sulle Offerte Insieme ai sacerdoti (storia, dati, modalità per donare, ecc.), è interessante seguire, le storie di alcuni sacerdoti. Tante immagini reali ed emozionanti, che accompagnano il visitatore nella vita dei tanti sacerdoti chiamati ad annunciare la buona novella con la parola e le opere.

“Le offerte Insieme ai sacerdoti sono, con l’8xmille, lo strumento che permette a ogni fedele di contribuire, secondo un principio di corresponsabilità, al sostentamento dei sacerdoti diocesani, che assicurano una presenza costante in tutte le parrocchie per annunciare il Vangelo e supportare le comunità. I sacerdoti si affidano quindi a noi, per essere liberi di servire tutti, senza dover pensare al proprio sostentamento. Essi dedicano la vita agli altri con una presenza costante che si declina in gesti a volte coraggiosi e a volte semplici di vicinanza. Oggi queste Offerte sono in crescita rispetto al passato. Sarebbe bello se potessimo veder confermare nel 2017 questo aumento. Qualsiasi offerta è gradita agli occhi di Dio, come l’obolo della vedova, anche la più piccola. Ma ogni Offerta rappresenta comunque un importante segno di appartenenza e comunione.”, spiega Matteo Calabresi, responsabile del Servizio promozione della CEI.

Tra i 35 mila preti diocesani sostenuti nella missione con le Offerte per il sostentamento ci sono sacerdoti come Don Armando Zappolini, 60 anni, parroco di Perignano (Pisa) e portavoce della campagna “Mettiamoci in gioco” promossa da 32 associazioni nazionali, tra cui Libera. Per contrastare il gioco d’azzardo bisogna colpire sia l’offerta che la domanda” dice don Armando Zappolini, “Da una parte dobbiamo agire sul piano educativo, trasmettendo soprattutto ai giovani la bellezza dell’impegno e del lavoro anziché il disvalore dei soldi facili e della fortuna. E dall’altra arrivare al divieto assoluto della pubblicità diretta e indiretta del gioco d’azzardo. Ci sono ben due disegni di legge fermi in Parlamento da più di un anno: questa lentezza tradisce la mano delle lobbies che hanno interesse a non farla approvare”. Non usa mezzi termini don Zappolini, combattivo parroco originario di Pontedera, da anni in prima fila contro il dilagare di sale Bingo e slot-machines: “un’emergenza che coinvolge a livello patologico oltre un milione di italiani, specie i più fragili, cioè anziani e giovani”. Don Armando, che rappresenta la Federazione Toscana nel Coordinamento nazionale delle Comunità di accoglienza (Cnca, formata da 260 associazioni in tutta Italia) di cui è Presidente, vede scorrere davanti agli occhi gli innumerevoli volti delle persone cadute in questa forma di dipendenza, paragonata all’“eroina del XXI secolo”. “Non posso dimenticare un padre di famiglia che si tolse la vita buttandosi sotto il treno regionale che spesso prendo al mattino: penso alla sua solitudine, alla famiglia ridotta sul lastrico. Queste tragedie ci segnano per sempre e ci danno la forza di non mollare, di continuare a batterci perché non avvengano più. Non è pensabile che lo Stato continui a dare concessioni e ad applicare tassazioni bassissime a società private che guadagnano sulla dignità delle persone”.

Una sessantina di clan mafiosi impegnati, dal Veneto alla Sicilia, in affari riguardanti l’azzardo legale e illegale; 223 violazioni penali, 1.687 amministrative, 53 sequestri penali, 245 persone denunciate, 30 milioni di euro di sanzioni e 22 milioni di imposte accertate nel 2016 dall’Agenzia dei Monopoli; 6.205 siti illegali oscurati a novembre 2016. Sono alcuni dei dati presenti nel dossier “Gioco sporco, sporco gioco. L’azzardo secondo le mafie”, promosso dal Coordinamento nazionale comunità di accoglienza.

“La regolamentazione attuale –prosegue Don Zappolini-  ha come unico obiettivo “tirar su” più soldi possibile, quindi i 9/10 miliardi che lo Stato ricava ora dall’azzardo sono ottenuti calpestando la salute dei cittadini e lasciando dei varchi immensi all’ingresso delle mafie: non c’è controllo all’accesso all’azzardo né trasparenza del flusso dei soldi e non c’è tessera sanitaria. Ci sono, insomma, delle situazioni che non permettono alle nostre forze dell’ordine, che pure hanno fatto tantissimi sequestri e bloccato in questi anni moltissimi siti di scommesse online, di stroncare il fenomeno. Nella legalizzazione più libertaria la gente più debole si rovina, influenzata da una pubblicità martellante che porta dentro un baratro. Noi diciamo: regolamentiamo il settore. Non possiamo proibire, perché giocano 25/30 milioni di italiani e se si toglie il gioco legale si apre una finestra alle mafie, ma va regolamentato: dei 9 miliardi che si ricavano ora dall’azzardo se ne mettono 5 a bilancio; i 4 miliardi in meno sono quelli che si risparmiano con la tutela della salute. Insomma, si deve fare in modo che la gente non si faccia male, si riducano gli spazi e il consumo, non ci sia più pubblicità”.

Piccoli passi positivi sono stati fatti da quando cinque anni fa è nata la campagna 'Mettiamoci in gioco', ma non basta". “Stiamo aspettando i decreti applicativi dell’intesa raggiunta nella Conferenza Stato-Regioni lo scorso 7 settembre-  conclude Don Zappolini-  Noi abbiamo espresso un parere favorevole rispetto a quello che si è raggiunto dicendo che il grosso è ancora da fare. Per chi come noi si occupa di persone con gravi problemi di dipendenza ogni giorno perso è un giorno troppo lungo perché la gente sta male e si rovina davvero .Il 15 dicembre ci siamo incontrati a Roma come “Mettiamoci in gioco” per definire le priorità della piattaforma politica per il nuovo governo. Chiederemo a tutti i candidati alle prossime elezioni di prendere un impegno formale su alcuni punti per il contrasto al gioco d’azzardo”.

Dal 26 novembre sulle reti nazionali fino al 31 dicembre, e per tutto il 2018 su TV 2000, l’invito a domandarsi da dove vengono le risorse per sostenere i sacerdoti e donare un piccolo contributo, verrà anche dallo spot in onda, come lo scorso anno, nelle versioni da 15 e 30 secondi. Da un’idea di Alessandro Sortino, lo spot è stato realizzato da Giuseppe Carrieri. Direttore della fotografia è Giancarlo Migliore e fotografa di scena Giorgia Benazzo.

Gli spot in formato web verranno promossi anche su Facebook: www.facebook.com/insiemeaisacerdoti. La pagina è molto seguita e racconta la missione dei sacerdoti attraverso storie vere presentate ogni mese nello spazio “Insieme a Don” con foto, interviste, documentari.

Tutte queste iniziative, promosse dal Servizio Promozione Sostegno Economico della CEI, hanno come obiettivo quello di continuare a diffondere la conoscenza delle Offerte Insieme ai sacerdoti destinate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero, strumento perequativo e di solidarietà nazionale scaturito dalla revisione concordataria del 1984, per sostenere l’attività dei sacerdoti diocesani. Infatti da circa 30 anni i sacerdoti non ricevono più lo stipendio dallo Stato ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento. Le offerte sono deducibili e si possono versare alla posta (conto corrente postale n. 57803009), tramite bonifico bancario, con un contributo diretto agli Istituti diocesani sostentamento clero e con carta di credito, anche attraverso il sito web www.insiemeaisacerdoti.it.

Nel 2016 sono state raccolte 99.906 Offerte, per un totale di euro 9.365.946.

Le Offerte per i sacerdoti sono diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, perché espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani. Dal proprio parroco al più lontano. Ogni fedele è chiamato a parteciparvi, a nome proprio o della propria famiglia. L’Offerta è nata come strumento di comunione tra sacerdoti e popolo di Dio, e delle parrocchie tra loro. Per dare alle comunità più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, nel quadro della ‘Chiesa-comunione’ delineata dal Concilio Vaticano II.

Le donazioni vanno ad integrare la quota destinata alla remunerazione del parroco proveniente dalla raccolta dell’obolo in chiesa. Ogni curato infatti può trattenere dalla cassa parrocchiale una piccola cifra (quota capitaria) per il suo sostentamento, pari a circa 7 centesimi al mese per abitante. In questo modo, nella maggior parte delle parrocchie italiane, che contano meno di 5 mila abitanti, ai parroci mancherebbe il necessario. Le Offerte e l’8xmille vengono allora in aiuto alla quota capitaria.

L’8xmille oggi è strumento ben noto e non costa nulla di più ai fedeli. Le Offerte invece sono un passo ulteriore nella partecipazione: comportano un piccolo esborso in più, ma indicano una scelta di vita ecclesiale. Tuttora le Offerte coprono circa l’1,8% del fabbisogno, e dunque per remunerare il clero diocesano bisogna ancora far riferimento all’8xmille. Ma il loro significato indica un’ulteriore consapevolezza e partecipazione alla vita di tutte le comunità italiane, oltre che della propria.  I contributi versati vengono inviati all’Istituto centrale sostentamento clero di Roma, che li distribuisce equamente tra i preti diocesani. Assicura così una remunerazione mensile che va dagli 870 euro netti al mese per un sacerdote appena ordinato, fino ai 1.354 euro per un vescovo ai limiti della pensione. Le Offerte oggi sostengono anche circa 3 mila preti ormai anziani o malati, dopo una vita spesa per il Vangelo e per i fratelli, oltre che circa 600 missionari nel Terzo Mondo.

Il contributo è deducibile fino ad un massimo di 1.032,91 euro l’anno. Info: www.insiemeaisacerdoti.itwww.insiemeaisacerdoti.it

Fonte: Ufficio Stampa

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