Elezioni 2018, l'editoriale: "In Toscana la carta della destra va ancora provata"

Da sinistra Matteo Salvini, Matteo Renzi e Luigi Di Maio con Beppe Grillo

"Le elezioni dal risultato più spiazzante in Italia sono quelle appena trascorse, ancora peggio della 'tripartizione' del 2013 tra Cdx, Csx e M5S. Abbiamo visto tutti la dichiarazione di vittoria di due leader, Matteo Salvini e Luigi Di Maio (come la bandiera bianca di Renzi). Entrambi chiedono la possibilità di governare, entrambi si propongono come 'rottamatori' (anche se Salvini è in trio con facce note e anch'egli non è certo un novellino sulla scena pubblica), entrambi sanno di avere davanti anni difficili davanti a loro.

La Toscana non è l'emblema dell'Italia intera, ma il cambio di rotta è visibile. Gli elettori che negli scorsi anni, per le elezioni amministrative in vari comuni, hanno provato il brivido di uscire dalle righe del Pd per azzardare un voto al centrodestra, è rimasto evidentemente piacevolmente sorpreso. Ma non sono stati solo loro a portare il successo la Lega, magari con il passaparola. L'alta partecipazione ha riportato alle urne chi da tempo era disaffezionato, forse questo tipo di elettore ha cambiato idea rispetto a 5 anni fa.

La corazzata Pd stavolta non ce l'ha fatta: Matteo Renzi ha portato quello che era il carro del vincitore delle Europee del 40% a schiantarsi contro una sommatoria di scelte sbagliate. I candidati piazzati qua e là per evitare polemiche (Boschi), altri 'tolti di mezzo' (Giachetti), pochi nel territorio di appartenenza (Lotti, Parrini, Cantini). Questo solo per rimanere nell'ambito della campagna elettorale. Meriti propri ve ne sono pochi nella gestione della segreteria Renzi, se il 'rosso' nella cartina dell'Italia è quasi sparito o appare solo in puntini minuscoli corrispondenti con le grandi città. Fare opposizione con quella che era una squadra di governo, dove si è ceduto il seggio anche a ex alleati che potrebbero smarcarsi da un momento all'altro (Lorenzin, Toccafondi), sarà la sfida più dura del Pd.

Il dispiacere nei territori della Toscana è grande per gli amministratori locali, che potrebbero vedere le scadenze imminenti con timore, anche se è bene non confondere i due ambiti. Un esempio su tutti è Livorno, dove Nogarin governa con il M5S ma dove il candidato forte Gregorio De Falco è arrivato secondo dietro a Silvia Velo, ex sottosegretario all'ambiente. In molti casi non ci saranno parlamentari di riferimento, cosa rimasta per l'Empolese Valdelsa con Luca Lotti, Dario Parrini e probabilmente Laura Cantini, ma senza avere la maggioranza anche le istanze minime potrebbero diventare enormi. Chi tutto e chi niente: per il comprensorio del cuoio non ci sono candidati di rilievo, mentre i leghisti cascinesi portano Ziello e Sbrana in Parlamento. Ci sarà una breve o lunga coabitazione tra le amministrazioni locali a marchio Dem e i nuovi parlamentari (penso a Prato con l'elezione a senatore di Patrizio La Pietra per FdI e Maurizio Carrara a Pistoia).

La delusione del M5S in Toscana è grande, si potrà capire solo con il calcolo nei seggi proporzionali se vi saranno eletti. Non ve ne sono con l'uninominale, il voto di protesta si è riversato più sulla Lega salviniana piuttosto che sul nuovo corso 'moderato' di Luigi Di Maio. Nonostante alcune candidature di rilievo come Renato Scalia, ex ispettore Dia a Firenze, il M5S riesce meglio dove l'alternanza destra-sinistra ha già mostrato i propri limiti. Evidentemente in Toscana la carta della destra andava ancora provata.

È una sconfitta dell'establishment: molti ex parlamentari paracadutati con il Porcellum a Roma rischiano di non essere confermati. In confronto, i 'dilettanti allo sbaraglio' sono benvenuti con tanti onori. Rosellina Sbrana, che come esperienza politica ha solo il mandato da consigliere comunale a Cascina, ha sbaragliato una come Valeria Fedeli, già vice presidente del Senato e ministro dell'Istruzione, finita bersagliata dalle polemiche per il collegio "a lei estraneo" anche se nel 2013 era stata eletta proprio in Toscana.

In Maremma il centrodestra porta avanti la strategia Vivarelli Colonna, dal nome del sindaco di Grosseto: avanti gli imprenditori. Così Mario Lolini e Roberto Berardi conquistano seggi già prevedibilmente conquistati. Sembra però più plausibile un apprezzamento per il partito, per il simbolo, per il messaggio trasmesso più che per il candidato. La sfida che si è portata su altri campi è stata vinta in controtendenza (Claudio Borghi contro Pier Carlo Padoan a Siena, successo raccolto da quest'ultimo), chi ha ricevuto sonore batoste come Renzi in tutta Italia è stato invece premiato nella sua circoscrizione.

Nelle prossime ore si potrà avere il quadro completo degli eletti, così da misurare i veri rapporti di forza in Toscana e in Italia. La situazione, al momento imbrogliata e complicata, potrebbe sciogliersi se una sola delle coalizioni (M5S o Centrodestra) ottenesse la maggioranza dei seggi in una delle due Camere. Staremo a vedere, vi racconteremo gli esiti".

Elia Billero



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