Al Bistrot dei Ponti, il 27 luglio alle 18, un apprezzato fuori programma, Franco Cangini, senatore della Repubblica, di origine volterrana, ex direttore del Quotidiano Nazionale (la Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno ecc.) presenta il suo ultimo libro, pubblicato da Minerva: “Mio padre in camicia nera”.
Scrive Cangini nell’introduzione al volume: “Prima di morire, la scorsa settimana, mio padre (Franco Cangini) ha lasciato un’unica disposizione: essere vestito in camicia nera. Era così che voleva presentarsi al suo funerale e così è stato. Mi sono chiesto che senso avesse”.
Da qui è nato questo libro, che ospita molti interventi di politici e intellettuali di varie provenienze, tra gli altri Franco Cardini, Antonio Faeti, Walter Veltroni, Marco Follini, Ernesto Galli Della Loggia, Marcello Veneziani, Luciano Violante. Indubbiamente qualcosa di stimolante, che ripercorre la fine del fascismo e i settantanni che sono seguiti.
Ne parlerà lo stesso Cangini, tra l’altro con Andrea Mancini e con Simone Migliorini che leggerà alcuni passaggi significativi tratti dal libro.
Nella calura dell’estate, che in verità a Volterra diventa assai più ventilata, si torna a parlare di politica e di storia. Lo si fa con il taglio giornalistico che Cangini sa dare ai suoi libri, senza però rinunciare ad una serie di spunti di grande interesse.
Quando il fascismo finì il padre Franco aveva solo dieci anni, ma probabilmente le scelte della pace separata, quel “tradimento” del generale Badoglio che spiazzò l’Italia, e lasciò tante persone, soprattutto ufficiali e soldati, nelle mani di nazisti, a quel punto davvero terribili, è un problema che la nostra Italia non ha mai risolto e che torna anche oggi ad essere presente e urgente, anche per quelle persone che più per coerenza che per l’essere ancora davvero fascisti, scelgono, come Franco Cangini, di essere seppelliti in camicia nera.
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Fonte: Ufficio Stampa
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