Rischio fallimento Astaldi, Sì: "Rendere pubblici ospedali costruiti in project financing"

“Più passa il tempo e più cresce la nostra convinzione che la Regione Toscana debba entrare in pieno possesso dei servizi dei quattro ospedali toscani costruiti in project financing. Questo sistema è sbagliato a monte, perché si basa su una commistione di pubblico e privato, dove è sempre il pubblico ad assumersi i rischi maggiori e il privato a fare profitti”. Così Paolo Sarti e Tommaso Fattori, commentano la situazione legata ad Astaldi, il primo General contractor italiano, che ha presentato richiesta di concordato preventivo. I due consiglieri regionali di Sì-Toscana hanno illustrato la propria posizione in merito alla vicenda in una conferenza stampa assieme a Nicola Cavazzuti (Rifondazione Comunista-PAP Massa) Roberto Marcelli (Prato in Comune), Rosalia Billero (PRC Pistoia).

“L’operazione di finanza di progetto sugli ospedali di Prato, Pistoia, Lucca e Massa è sbagliata sin dal suo concepimento - aggiungono Sarti e Fattori - con il soggetto pubblico che investe il 70% delle risorse a fronte del 30% del privato, che diventa concessionario per 19 anni di servizi fondamentali per il buon funzionamento delle strutture. Servizi non sanitari (manutenzione, pulizie, verde, trasporti, ristorazione) e commerciali (parcheggi, bar, negozi, edicola, etc). La Corte dei Conti ha condannato il project financing, riferendosi proprio ai quattro ospedali toscani, come modello altamente penalizzante per la parte pubblica. Successivamente sono state intraprese dalla Regione strade  tortuose, come il maxi appalto a Condotte per l’ospedale di Pisa da mezzo miliardo di euro: evidentemente si è capito che il project financing non è più riproponibile. Ma un’analisi, una critica e una discussione trasparente sulle negatività di questo modello non sono mai state affrontate nelle sedi opportune, tantomeno in Consiglio regionale”. Anche per questo motivo, Fattori e Sarti hanno stilato un'interrogazione e una mozione in cui si chiede alla Regione di valutare il rilevamento delle quote che fanno capo ad Astaldi.

“Noi siamo preoccupati – continuano i consiglieri di Sì - perché o Astaldi fallisce o è comunque in vendita al miglior offerente. C’è stato intanto il tracollo del valore delle sue azioni ed un aumento dell’indebitamento fino a 1,89 miliardi di euro. Già in altre Regioni, dove governa la Lega, sono state fatti nuovi accordi con società private e fondi di investimento e non vogliamo che questo capiti in Toscana. A fronte della situazione ribadiamo, come già due anni fa, la richiesta alla Regione di riacquistare le quote di Ge.Sat, la società che gestisce i servizi non sanitari dei 4 ospedali in project financing, riportando tutta la gestione in mani pubbliche”.

“Abbiamo letto le rassicurazioni da parte di Astaldi sul prosieguo delle opere e sul pagamento dei creditori, ma suonano come quelle che aveva fornito recentemente Condotte, che poi i libri in tribunale li ha portati davvero e ha lasciato nell’incertezza la costruzione dell’ospedale di Pisa, oltre a centinaia di operai senza stipendio in quel cantiere e in quello della Tav. Allora dobbiamo scongiurare i servizi nei quattro ospedali toscani diventino un business in balia dalle speculazioni dei fondi di investimento. La Regione rispetti invece il suo ruolo di garante dei diritti fondamentali dei cittadini, compreso il diritto alla salute”.

“In questo momento Sat che ha costruito in project financing i quattro ospedali e che poi ha preso in gestione dall’Ati iniziale i servizi non sanitari (“no core”), a oggi è all’80% in mano a Equitix. La società consortile Ge.Sat è il braccio operativo di Sat che fornisce questi servizi all’interno dei quattro ospedali (Massa, Pistoia, Lucca e Prato). Astaldi e Pizzarotti hanno acquistato le quote della Technit raggiungendo così il 100% del controllo della Ge.Sat.”

“Per quanto riguarda le vicende di Sat, il 29 dicembre 2017, come abbiamo detto, Astaldi e Pizzarotti hanno ceduto gran parte delle quote a Equitix Holdco Sat, direttamente controllata da due fondi di investimento strutturale ‘Equitix’ di diritto inglese. Il socio di maggioranza di Equitix è Tetragon che ha sede nel paradiso fiscale Guerseney (isola Canale della Manica), entrata nella Black List dei paradisi fiscali con decreto ministeriale del 4 maggio 1999. A sua volta, Tetragon è controllata dalla finanziaria americana Fortress, il cui socio di riferimento è la società di telecomunicazione giapponese Softbank e che ha acquisito le obbligazioni tossiche di Unicredit. Oltre tutto, Softbank è socio di riferimento di Uber.”
“Prendendo atto che la situazione di Sat è oramai in balìa dei mercati finanziari internazionali, e sulla quale non è più possibile intervenire, la Regione potrebbe ancora rilevare da Ansaldi le quote di Ge.Sat, come proponiamo nella nostra mozione”, concludono Sarti e Fattori.

Fonte: Sì - Toscana a Sinistra



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