Open day alla "Oda Farm Community" e taglio del nastro al nuovo pollaio

Oda Farm Community

Adesso i ragazzi hanno 5 galline e un gallo di cui prendersi cura


Lo hanno costruito giorno dopo giorno, asse su asse, con tanto di stradina lastricata per arrivarci e pitture colorate per farlo più bello. È il pollaio che da oggi arricchisce l'esperienza della Oda Farm Community, la “fattoria” gestita da ragazzi disabili a Reggello. Adesso i ragazzi hanno 5 galline e un gallo di cui prendersi cura, e questa novità si aggiunge agli importanti risultati raggiunti in un anno di attività. Come l'orto, che hanno curato con grande attenzione e dal quale adesso quotidianamente raccolgono frutta e verdura che poi portano in tavola.

I risultati raggiunti. Questa mattina la Farm della Fondazione Oda (Opera Diocesana Assistenza) ha aperto le sue porte, aderendo ad un'iniziativa nazionale della Cei (www.accolti.it) e l'open day ha costituito l'occasione per incontrare la comunità e tracciare un bilancio del primo anno di attività.
È stata ad esempio presentata un'indagine di soddisfazione condotta chiedendo ai ragazzi di rispondere ad alcune domande, per capire se la direzione intrapresa fosse quella giusta: i risultati sono stati ottimi, e, ad esempio, 10 su 10 hanno risposto di sentirsi protetti, di aver stretto nuove amicizie e di trovarsi bene.
Ma il successo di questa sperimentazione viene anche dai piccoli, grandi, risultati riabilitativi: i ragazzi hanno creato un gruppo coeso, capace di organizzarsi per tenere in ordine gli ambienti e gestire i lavori agricoli. Il momento del pranzo, ad esempio, è diventato un tempo rilassato e conviviale, in cui ognuno porta il suo contributo e ci si prepara alle attività successive tutti insieme. Ci sono poi i grandi traguardi personali: come quello di Massimo, che adesso sa farsi la doccia da solo, o quello di Laura che ha imparato a conoscere i suoi compagni anche attraverso il senso del gusto nei cibi o quello di Roberta, che adesso sa apparecchiare riconoscendo gli strumenti da utilizzare. La promozione delle autonomie personali è infatti uno dei capisaldi del progetto riabilitativo adottato alla Farm.

 

La settimana tipo.  L'agenda degli ospiti è scandita con attenzione. I ragazzi si occupano direttamente della cura degli ambienti interni ed esterni e partecipano a vari laboratori: da quello per imparare la raccolta differenziata, a quello di manipolazione (dove ad esempio hanno prodotto saponette, candele e bellissimi manufatti in cartapesta), a quello di cucina adattata, a quello per la pulizia e il riordino degli ambienti. E le uscite sul territorio integrano il lavoro agricolo che i ragazzi fanno in loco: recentemente, ad esempio, hanno collaborato alla vendemmia di aziende del territorio come Casalbrandi e La Palagina.

“La nostra Farm è nata come sperimentazione, una “scommessa” nella quale in tanti hanno creduto e che si sta rivelando un ottimo modello riabilitativo, apprezzato dai suoi fruitori e capace di portare grandi risultati – commenta Don Fabio Marella, presidente della Fondazione Oda – Qui i ragazzi vivono in una dimensione realmente familiare: l'amicizia che adesso lega quel gruppo, e i risultati che ciascun ragazzo ha raggiunto personalmente, sono per noi testimonianza che la strada intrapresa è quella giusta. Adesso si prosegue e ci prepariamo all'ingresso di altri nuovi ragazzi”.

La Farm. La Oda Farm Community è stata ufficialmente inaugurata l’8 luglio 2017. Si tratta di una sperimentazione assolutamente innovativa, che vede una sinergia tra la Fondazione Opera Diocesana Assistenza Firenze Onlus, la Regione Toscana e l’Azienda Sanitaria Toscana Centro.

Le persone disabili coinvolte – 10 quelle che ci vivono, 4 quelle che la frequentano in diurno - sono protagoniste nel lavoro agricolo e la vita all'aria aperta e gli impegni di gestione pratica sono tra i cardini del percorso riabilitativo degli ospiti della farm. Le persone ospitate sono seguite da un team multidisciplinare, costituito da educatori, oss e un infermiere e supervisionato dai medici della Fondazione Oda. Il piano riabilitativo è messo a punto, per ciascun ospite, in stretta collaborazione con gli esperti dell’Unità valutazione handicap dell’Azienda Sanitaria Toscana Centro.

Storia di generosità. La realizzazione della Farm si deve a un intreccio di atti generosi: il podere è stato donato da una benefattrice, Maria Antonietta Salvucci, che per questo gesto è stata tra l'altro premiata dal Presidente Mattarella con il riconoscimento di Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Un altro benefattore, Don Silvano Puccini,  con la sua eredità ha aggiunto un altro importante tassello per dare le ali a questo progetto. Decisivo infine il contributo della Fondazione CR Firenze, che con il suo co-finanziamento ha permesso la ristrutturazione e l'allestimento degli ambienti nel rispetto dei requisiti normativi e delle esigenze degli ospiti.

Fonte: Ufficio stampa Fondazione Oda



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