Perù, Papa Francesco è già stato dimenticato: via libera alla strada della morte (VIDEO)

Il Congresso approva la legge per costruire la strada che minaccia gli indios incontattati

[30 Gennaio 2018]

La regione di Ucayali in Perù ha enormi risorse naturali che vengono depredate dalla deforestazione illegale, dalla tratta di specie esotiche, dalle miniere abusive e da altre pratiche corruttive, ma ora su quest’area, dove vivono ancora indios incontattati o che hanno avuto i primi contatti sporadici con la “civiltà”, pesa una minaccia terribile:  la legge pro-autostrade (Ley 30723), appoggiata da diversi ministeri e presentata e fatta votare in Parlamento dal deputato fujimorista Glider Ushñahua con l’intento di portare “lo sviluppo” nell’Amazzonia peruviana con quella che Survival International chiama “la strada della morte”. Ma il direttore della Sociedad Peruana de Derecho Ambiental, Pedro Solano, ribatte che «Esperienze come la Carretera interoceánica dimostrano che costruire strade senza sostegno porta a uno sviluppo nullo, a prezzo di una depredazione economica, ecologica e sociale».

L’approvazione in parlamento della Ley 30723 a pochi giorni dalla visita di Papa Francesco, che incontrando gli indios peruviani aveva chiesto di rispettare i loro diritti e il loro stile di vita con un’economia sostenibile che è l’esatto contrario delle autostrade amazzoniche, ha messo in imbarazzo il presidente peruviano Pedro Pablo Kuczynski, che aveva apertamente sostenuto il discorso ambientalista del Papa, ora dice che l’esecutivo deve rispettare le leggi e non ha messo il veto permettendo al Congreso di Lima di approvare la Ley 30723 che mette in serio pericolo la biosfera e i popoli in contattati che si era impegnato a difendere durante la visita di Papa Francesco. Il gioco delle parti è evidente: dato che il pilatesco Presidente della Repubblica non ha fatto osservazioni né ha promulgato la legge in tempo debito, la ley 30723 è stata promulgata direttamente dal Congreso de la República secondo 108 de la Constitución Política del Perú e 80 del Reglamento del Congreso de la República, così come si precisa nella stessa legge pubblicata sulla gazzetta ufficiale El Peruano.

Ora l’Asociación Interétnica de Desarrollo de la Selva Peruana (Aidesep), l’organizzazione che riunisce i popoli indigeni dell’Amazzonia peruviana e che lavora per la difesa e il rispetto dei lori diritti collettivi, ha lanciato un appello alla «Mobilitazione amazzonica contro la distruzione di popoli e foreste»

Il Consiglio direttivo dell’Aidesp chiede che «Dopo la decisione dello Stato peruviano di promulgare la Ley 30723 che dichiara di priorità e interesse nazionale la costruzione di strade nelle zone di frontiera e la manutenzione delle strade sterrate carrozzabili nel dipartimento di Ucayali, l’Aidesp esige che si smetta immediatamente di mettere in pericolo la vita e l’integrità dei popoli indigeni della zona dei Yurúa (interessi del Caoba, un tipo di mogano), Requena (aggressione della palma da olio) e dei Purús (mafia del legname) e i popoli in isolamento e contatto iniziale (pueblos de  aislamiento y contacto inicial – Piaci) delle riserve indigene di Murunahua, MashcoPiro, e Isconahua». La presenza dei Piaci alla frontiera tra l’Ucayali e il Brasile è stata documentata e ha portato all’istituzione delle tre reservas indígenas di Murunahua (470.305 ettari), Mascho Piro (816.057 ha) e Isconahua (298. 487 ha), aree che verrebbero minacciate  dall’applicazione della nuova norma. Inoltre sarebbe a rischio anche le Reserva Kugapakori, Nahua, Nanti, ancora non istituita definitivamente e qualunque nuova strada in questa zona danneggerebbe anche 6 aree naturali protette; i Parchi nazionali  Alto Purús, Cordillera Azul, Sierra del Divisor e le Reservas Comunales di Purús e El Sira e l’Área de Conservación Regional Imiria.

Ruth Buendía, una leader indigena che ha vinto il Premio Goldman 2014 e segretaria dell’Aidesep, ha detto a Mongabay Latam che «Tanto i popoli indigeni che le organizzazioni che li rappresentano sono contrari alla legge, perché danneggia i territori dei Piaci. Finché non ci sarà sicurezza giuridica per i territori dei popoli indigeni, non si dovrebbero costruire strade che possano violare i diritti dei popoli indigeni in isolamento e contatto iniziale. Prima di tutto si deve garantire la titolarità dei loro territori, richiesta che viene avanzata da vari decenni, prima di emettere leggi  per costruire strade che danneggerebbero i loro territori».

Il 9 gennaio, il Monitoring og the Andean Amazon project (Maap- Proyecto de Monitoreo de la Amazonía Andina) ha pubblicato una serie di mappe nelle quali evidenzia i rischi della nuova legge. Nel rapporto Maap che valuta d la deforestazione dell’Amazzonia peruviana si legge che «Una delle principali proposte (che si attueranno con questa legge) è la costruzione della strada Puerto Esperanza-Iñapari (277 km), lungo la frontiera con il Brasile,  nelle regioni di Ucayali e  Madre de Dios». Matt Finer, ricercatore capo del Maaap ha detto che questa legge lo preoccupa: «Alcune autorità cercheranno di concretizzare la costruzione della strada menzionata. Il Maap ha realizzato un’analisi della zona dove verrà costruita la strada, valutazione che si è basata sull’esperienza fatta lungo l’Interoceánica. Si è quindi stimato che sarebbero a rischio circa 275.000 ettari di foresta primaria, comprese aree naturali protette come la Reserva Territorial Madre de Dios, il Parque Nacional Purús e la Reserva Comunal Purús. Il ministero della cultura e organizzazioni indigene come la Federación Nativa del Río Madre de Dios y Afluentes (Fenamad) hanno avvertito che la strada pridurrà un forte impatto sui popoli indigeni in isolamento che abitano in questa zona remota».

Ma Finer denuncia che esistono anche altri progetti di legge simili, come quello della strada Iquitos–Saramiriza nella regione di Loreto e altri che attraverserebbero la Reserva Comunal Amarakaeri, a Madre de Dios, e aggiunge «E’ preoccupante che il business continui a costruire nuove strade che attraversano foreste primarie, nonostante tutto quel che sappiamo sugli impatti dei progetti di questo tipo».

I leader nazionali dell’Aidesp denunciano che, «Dopo la recente visita di Papa Francisco in Perù e il forte messaggio in difesa dei diritti dei popoli in isolamento dell’Amazzonia peruviana lanciato a Madre de Dios,  alla presenza del Presidente della Repubblica, del presidente del consiglio dei ministri,  dei membri del Congreso de la Republica e di altre autorità politiche nazionali e regionali, quelle parole di riflessione e azione non sono state prese in considerazione, procedendo ad emettere la suddetta legge, mostrando un’assoluta incongruenza tra le parole e i fatti da parte dello Stato peruviano. Denunciamo la presenza a quell’evento dei deputati filo-taglialegna (Tubino e Donayre) per mano del parroco taglialegna Piovesan», un prete italiano più volte denunciato per il suo colonialismo anti-indios anche da Survuval International.

In diverse occasioni l’Adisep e le organizzazioni regionali indigene associate denunciato pubblicamente i grandi rischi per la vita, la salute e i mezzi di sussistenza dei popoli indigeni e in particolare per i Piaci, che comporterebbe la costruzione di strade nei loro territori, esigendo il rispetto delle reservas indígenas indigene istituite e previste, nel rispetto della Convenzione 169, della Costituzione del Perù della la Ley 28736, delle linee guida dell’Onu per la protezione dei Piaci  e delle ordinanze regionali che hanno come priorità la difesa degli indios incontattati e a contatto iniziale, così come altri strumenti di gestione e pianificazione approvati dal Perù che respingono progetti come quelli della nuova autostrada amazzonica.

Alicia Abanto, responsabile ambiente, servizi pubblici e popoli indigeni della Defensoría del Pueblo ha spegato a Mongabay Latam che «La Costituzione del Perù stabilisce la protezione delle aree naturali protette, della biodiversità e dei popoli indigeni. Anche la Convenzione 169 dell’Oit (International labuor organization . Ilo, ndr)  fa parte dei diritto costituzionale del Perù, pertanto, nessuna autorità nazionale né regionale può  non rispettare quel che stabiliscono queste norme costituzionali. Su questa linea, la Defensoría del Pueblo ricorderà alle alle autorità nazionali e regionali che questa legge non  potrà essere attuata vulnerando o violando e leggi vigenti sulle  ANP (áreas naturales protegidas) e i popoli indigeni. Sebbene sia stata pubblicata, non può essere attuata violando la Costituzione. Perché si possa costruire qualsiasi infrastruttura, tanto nelle aree protette che nei territori indigeni, devono esserci pareri tecnici come il Servicio Nacional de Áreas Naturales Protegidas por el Estado(Sernanp) e del ministero della cultura».

Ma è la stessa Abanto abanto che nella legge esiste un articolo che precisa che la normativa  è stata emessa «nello stretto rispetto delle aree naturali protette e dei popoli indigeni che le abitano» e ha assicurato che «Pertanto, la Defensoría del Pueblo vigilerà sulle azioni che i governi regionali e locali, così come il ministero dei trasporti,  Provías Nacional e altre amministrazioni adotteranno in base a questa norma».

La deputata María Elena Foronda, della coalizione di sinistra Frente Amplio, si è detta indignata per la promulgazione della nuova norma: «La Ley 30723 consolida l’orientamento esportatore delle materie prime del governo di PPK (Pedro Pablo Kuczynski) che ha firmato un’alleanza con il fujimorismo per portare avanti proposte di legge che stanno violando i procedimenti di consultazione preventiva e violentando le  ANP, così come violando i diritti dei popoli in isolamento volontario. Il mio gruppo sta valutando se presentare una richiesta di incostituzionalità contro la legge.  Qualunque iniziativa proveniente dal Congresso deve essere presa in collaborazione con i popoli indigeni. Da quando lo Stato peruviano ha sottoscritto la Convenzione 169 dell’Ilo sulla consultazione preventiva, ha assunto questa norma come parte del diritto costituzionale, il che implica che questa nuova legge non può andare contro il mandato della Costituzione. Nonostante il messaggio ricevuto dal Sommo Pontefice, il governo peruviano e il Congreso continuano a spingere per leggi che pruomuovono la depredazione della foresta e che permettono l’ingresso di boscaioli illegali, di minatori illegali e abusivi».

L’Adisep evidenzia che «Lo Stato peruviano non può continuare a violare i diritti fondamentali dei Piaci promulgando leggi nocive come la menzionata ley 30723» e ricorda quale è stato il messaggio dato da Papa Francisco nella sua recente visita a Puerto Maldonado: «L’opzione primordiale per le vite dei più indifesi. Sto pensando a popoli a cui ci si riferisce come “Popoli indigeni in isolamento volontario”» (Piav).

Il Consigli direttivo dell’Aidespe conclude: «Sappiamo che sono i più vulnerabili tra i vulnerabili. Il ritardo delle epoche passate li ha obbligati a isolarsi anche dalle loro stesse etnie, intraprendendo una storia di autoreclusione nei luoghi più inaccessibili della foresta per poter vivere in libertà. Continueremo a difendere questi fratelli vulnerabili. La loro presenza ci ricorda che non possiamo disporre dei beni comuni al ritmo dell’avidità e del consumo. E’ necessario che ci siano dei limiti che ci aiutino a preservarci da ogni tentativo di distruzione massiva dell’habitat che ci sostituisce. Chiamiamo le organizzazioni indigene amazzoniche e le organizzazioni dei diritti umani e ambientali e l’opinione pubblica a pronunciarsi e mobilitarsi in difesa della Vita amazzonica».

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