Rispetto al documento del 2011 i benefici ambientali stimati vengono quasi dimezzati

Per il ministro Costa «l’analisi costi-benefici sul Tav è una buona notizia per l’ambiente»

«Svolta positiva» anche per il movimento No Tav, che individua però, «soprattutto nel rapporto giuridico, argomentazioni ingannevoli che pare siano state inserite per offrire al decisore politico spazi per capovolgere la decisione»

[13 Febbraio 2019]

Dopo la pubblicazione dell’analisi costi-benefici sulla Torino-Lione, che boccia l’opera attribuendo alla sua eventuale realizzazione una «una perdita di benessere pari a 7 miliardi» di euro, il movimento No Tav annuncia che «analizzerà nei prossimi giorni i due documenti presentati, per contribuire a difendere il risultato di una decisione la cui sintesi è positiva». Risultato che viene rivendicato, in quanto secondo il movimento deriva «riconoscimento di scelte sbagliate che i promotori hanno da anni difeso, ma soprattutto dalla tenacia di una lotta popolare che da trent’anni si oppone a questo progetto e al sistema che lo sponsorizza, con tenacia e caparbietà».

Un risultato che viene giudicato dunque politico prima ancora che tecnico, anche se con delle zone rimaste grigie: «Da una prima lettura si rilevano, soprattutto nel Rapporto giuridico, argomentazioni ingannevoli che pare siano state inserite per offrire al decisore politico spazi per capovolgere la decisione». Va dunque da sé che il movimento No Tav «denuncerà con fermezza ogni tentativo in questo senso».

Riguardo invece alle valutazioni di natura tecnica, e in particolare quelle inerenti le ricadute ambientali dell’opera, è direttamente il ministro dell’Ambiente Sergio Costa a dichiarare che «l’analisi costi-benefici sul Tav è una buona notizia per l’ambiente e parla chiaro: il saldo è decisamente negativo». Nell’argomentare questa posizione, il ministro ricorda comunque che precedenti analisi costi-benefici avevano dato risultati molto diversi. In particolare, «nel 2011 si era stimato che i benefici ambientali che l’opera avrebbe comportato sarebbero stati di circa 5 miliardi. Benefici relativi soprattutto alla qualità dell’aria: meno trasporto su gomma, più ferro, meno smog». Nel documento pubblicato ieri sulle pagine del ministero dei Trasporti, invece, la riduzione delle esternalità ambientali e di sicurezza – insieme al taglio dei costi di congestione del traffico che la realizzazione della Tav porterebbe con sé – vengono stimate in un totale di 2,8 miliardi di euro: circa la metà. Un’aleatorietà che suggerisce quanto siano determinanti, per i risultati finali, le assunzioni con le quali l’analisi costi-benefici viene redatta.

Il ministro Costa solleva inoltre dubbi relativi al «rischio amianto: la roccia della Val di Susa ne è ricca, e la valle è ventosa. Immaginate le conseguenze dello scavo impattando la vena amiantifera?». Osservazioni che però, curiosamente, non hanno impedito di realizzare l’attiguo tunnel autostradale del Frejus.

Dal ministero dell’Ambiente sottolineano inoltre che «con il Tav avremmo una riduzione delle emissioni di Co2 di appena lo 0,12% del totale delle emissioni in Italia», ovvero relativamente piccola, ma non giungono invece dichiarazioni sul modus operandi dell’analisi costi-benefici relativamente ai mancati introiti alle accise sui carburanti e al pagamento dei pedaggi autostradali: secondo il documento commissionato dal Governo la realizzazione della Tav porterebbe su questo fronte a una perdita economica di circa 4,6 miliardi di euro, alla quale però sarebbero legati evidenti benefici ambientali e sanitari (e dunque anche economici) dovuti al minor traffico su gomma.

Nonostante questi chiaroscuri, il ministro chiosa affermando che «da tempo la controproposta al Tav è di rafforzare la linea ferroviaria esistente: il ministro Toninelli sta puntando alla cura del ferro non solo in Piemonte ma in tutta Italia. Per le merci, ma anche per noi tutti: meno auto, meno gomma, più treni». L’ultimo rapporto Pendolaria redatto da Legambiente documenta però che ancora oggi, a quasi un anno di distanza dalle elezioni politiche che hanno portato alla formazione del “Governo del cambiamento”, tutto questo non stia ancora avvenendo.