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Esteri

Catalogna, il giorno dell'indipendenza. Si vota fra proiettili di gomma, cariche e urne sequestrate. Il Mossos decide di non eseguire gli ordini

Enrique Calvo / Reuters
Enrique Calvo / Reuters 

Tensione alle stelle in Catalogna nel giorno del referendum per l'indipendenza. Questa mattina le forze antisommossa spagnole hanno fatto irruzione in molti seggi elettorali, caricando la folla, e usando anche proiettili di gomma, per impedire lo svolgimento del referendum di autodeterminazione.

La polizia spagnola ha usato la forza contro le migliaia di persone in attesa di poter votare davanti e all'interno dei seggi. Ci sono stati almeno 40 feriti, di cui 11 agenti, secondo il governo. Altre le cifre dei catalani: l'intervento della polizia spagnola oggi nei seggi elettorali catalani ha fatto almeno 337 feriti e contusi, alcuni dei quali sono gravi, secondo il portavoce del governo catalano Jordi Turull. In una parte degli uffici elettorali l'irruzione della polizia ha reso impossibile il voto. Sono state sequestrate le urne, in alcuni casi già piene.

Voto Catalogna, scontri a Barcellona: polizia spara proiettili di gomma

Secondo il governo catalano il 73% dei seggi per ora è però aperto, e in molti casi il voto si svolge senza incidenti. La resistenza della popolazione catalana è stata pacifica e passiva. Molti si sono seduti davanti ai seggi per fermare l'avanzata degli agenti spagnoli. La Guardia Civil ha fatto irruzione in particolare nel seggio di San Julià de Ramis a Girona dove era atteso il presidente catalano Carles Puigdemont, che però ha votato in un altro seggio, come pure il vicepresidente Oriol Junqueras. Per aggirare l'attesa chiusura dei seggi da parte della polizia, il governo catalano ha reso noto che ogni elettore può votare in uno qualsiasi dei seggi del paese.

LA SCELTA DEL MOSSOS - La popolazione catalana reagisce con forme di resistenza pacifica e passiva. In molti seggi gli elettori si sono seduti per terra per impedire l'ingresso degli agenti spagnoli. Puigdemont ha denunciato la "brutalità ingiustificata della polizia spagnola", affermando che "è una vergogna che accompagnerà per sempre l'immagine dell ostato spagnolo". In diversi momenti il Mossos, la polizia catalana, ha deciso di non intervenire e non eseguire gli ordini, così è intervenuta da sola la polizia nazionale. La Guardia Civil ha poi annunciato che sta identificando gli agenti dei Mossos d'Esquadra che non avrebbero agito per impedire il referendum sull'indipendenza sospeso dalla Corte Costituzionale. Lo apprende Efe da fonti vicine alle indagini. Alcuni agenti sono stati identificati per la loro "passività" e il mancato rispetto dell'ordine di impedire consultazione sospesa dalla Corte Costituzionale. Le fonti hanno sottolineato che, non avendo rispettato il mandato del giudice, i Mossos potrebbero incorrere nel reato di disobbedienza. La azioni dei Mossos "non si potranno giudicare fino a che la giornata non sarà terminata" hanno spiegato fonti della procura generale.

Un giudice di Lleida, comune a 150 km ad ovest di Barcellona, ha inoltre aperto un'inchiesta contro la polizia catalana, i Mossos d'Esquadra, che si è rifiutata di obbedire all'ordine della magistratura del 27 settembre di bloccare le operazioni di voto del referendum illegale sulla secessione della Catalogna da Madrid. Lo riferisce EL Mundo.

L'inazione dei Mossos ha costretto il governo spagnolo a far intervenire la polizia nazionale e la Guardia Civil, che è ricorsa anche all'uso di proiettili di gomma per fermare gli indipendentisti che in almeno tre occasioni li hanno circondati.

FORSE UNA VITTIMA - Durante gli scontri un uomo tra i 50 e i 60 anni è stato colpito da un infarto dopo una carica della polizia nazionale spagnola che cercava di impedire le operazioni di voto a Lleida, centro ad ovest di Barcellona. Lo scrive La Vanguardia, per il quale l'uomo è "molto grave". Secondo fonti locali, medici presenti gli hanno praticato tecniche di rianimazione sul posto fino a quando i servizi di emergenza lo hanno portato in ospedale. La polizia aveva caricato un gruppo di cittadini schierati a proteggere urne e schede

"FRANCHISMO" -Il portavoce del Governo catalano Jordi Turull ha detto che "dai tempi del franchismo" non si vedeva "una violenza di stato" come quella esercitata in Catalogna "contro la democrazia". Il prefetto spagnolo in Catalogna Enric Millò - di cui il governo catalano ha chiesto "le immediate dimissioni" - ha definito "una farsa" il referendum e ha affermato che "siamo stati costretti a fare quello che non volevamo fare". La Guardia Civil ha interrotto le comunicazioni internet in diversi seggi per impedire il voto. In alcuni centri elettorali l'intervento degli agenti spagnoli è stato particolarmente brutale, riferisce la tv pubblica Tv3, usando i manganelli anche contro persone anziane. Il sindaco di Barcellona Ada Colau ha accusato il premier spagnolo Mariano Rajoy, "un capo del governo codardo", di avere "inondato la nostra città di polizia". Ma Barcellona, ha detto, "non ha paura".

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