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Economia

Su Ignazio Visco non c'è guerra, ma neanche una pace definitiva.

NurPhoto via Getty Images
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Su Bankitalia non c'è una guerra interna alla maggioranza, nessun braccio di ferro tra il segretario del partito Matteo Renzi e il premier Paolo Gentiloni. "Nulla di tutto questo", giurano fonti vicine al dossier. Eppure la partita non sarebbe ancora chiusa. "Si sta ragionando, ancora non si è presa una decisione", raccontano le stesse fonti. Se non c'è una guerra, ancora manca una pace definitiva. La strada della riconferma di Ignazio Visco, che a molti appare la più tranquilla, è sicuramente un'ipotesi concreta e anche la più probabile. Ma allo stato dal quartier generale del Nazareno nessuno azzarda certezze, anche se entro la fine del mese il presidente del Consiglio dovrà sottoporre un nome al presidente della Repubblica, su indicazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere (non vincolante) del Consiglio superiore di Bankitalia. Che sia solo tattica, o reale indecisione, è ancora presto per dirlo.

Per ora tutte le pedine ufficiali sono ferme. Nessun commento sulle indiscrezioni di stampa né da Palazzo Chigi, né dal Colle. Ma si muoveranno, e anche molto velocemente, quando ci si avvicinerà alla scadenza del 31 ottobre, deadline naturale visto che l'incarico del governatore scade il 3 novembre. La vicenda si intreccia con quella della Commissione Banche, dove da giovedì si comincerà a entrare nel merito dell'attività. Prima bisognerà votare il regolamento (e la ventina di emendamenti depositati dai 5 Stelle). Poi bisognerà decidere quale arco di tempo indagare, quali temi prediligere, chi sentire in audizione. Tutte mine da maneggiare con cura. Se il tempo lo consentirà, si potrà affrontare questo secondo capitolo già giovedì, altrimenti il presidente Pier Ferdinando Casini dovrà decidere una nuova convocazione, tenendo a mente comunque gli impegni più volte dichiarati a un lavoro a ritmi ravvicinati.

Bankitalia rischia di essere messa alla sbarra sulla Vigilanza (per alcuni insufficiente) su tutti le crisi bancarie degli ultimi anni. Governo e partito di maggioranza rischiano che si riapra il "polverone" Boschi-Ghizzoni. Ecco perché è forte la pressione a chiudere presto e bene la vicenda della nomina a governatore. L'opzione della successione interna porterebbe dritto a Visco, non essendoci altri candidati interni a Palazzo Koch che possano scalzare un governatore in carica per legge rieleggibile. Sarebbe una scelta all'interno della tradizione, che non comporterebbe troppi sommovimenti e garantirebbe stabilità. Ma al Nazareno per ora ci si lascia aperto un varco per un'alternativa.

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