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Esteri

Papa Francesco e Mogherini in pole per il Nobel per la Pace. Sul Guardian il toto-nomi

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Alla vigilia dell'annuncio ufficiale, impazza il toto-nomi su chi vincerà il Nobel per la Pace 2017. A stilare una lista dei favoriti è il norvegese Peace Research Institute Oslo, rilanciato dal britannico The Guardian. In pole position ci sarebbero, tra gli altri, Papa Francesco e Federica Mogherini, la responsabile della diplomazia Ue che si è spesa molto per l'accordo sul nucleare iraniano.

Questi i frontrunner, secondo l'istituto norvegese

Papa Bergoglio – Non è mai accaduto che un pontefice vincesse un Nobel, ma Papa Francesco potrebbe rompere questa tradizione grazie alle sue forti prese di posizione su rifugiati, migranti, giustizia sociale, povertà e cambiamento climatico. Un deputato norvegese l'ha nominato tra i candidati di quest'anno con la motivazione che "è uno dei pochi che contrasta Donald Trump".

Federica Mogherini e Mohammad Javad Zarif – I ministro degli Esteri iraniano e l'Alto rappresentate per la Politica estera europea sono considerati tra i possibili destinatari del Nobel. In un momento di fortissime tensioni internazionali con la Corea del Nord per il suo programma nucleare, la giuria potrebbe voler lanciare un segnale, ricordando l'accordo storico firmato nel 2015 dalla comunità internazionale con l'Iran, oggi messo in pericolo dal presidente americano che l'ha definito "un imbarazzo". Tra i nominati potrebbe finire anche John Kerry, allora segretario di Stato americano Usa, tra i protagonisti del lungo negoziato con Teheran.

I Caschi bianchi e il loro leader Raed al Saleh - l'organizzazione umanitaria siriana, da anni in prima fila per salvare i civili intrappolati nel conflitto che da oltre sei anni insanguina il Paese, è stata data per favorita già diverse volte in questi anni. La scelta del gruppo, in passato conosciuto come Syrian Civil Defence, sarebbe un riconoscimento internazionale del lavoro umanitario e di solidarietà di fronte alla brutalità militare.

Alto Commissariato Onu per i Rifugiati - L'agenzia delle Nazioni Unite ha già ricevuto due Nobel nella sua storia ma non di recente, mentre negli ultimi anni ha dovuto affrontare una serie di crisi gravissime, dalla guerra civile siriana ai flussi migratori verso l'Europa fino alla repressione della minoranza islamica dei Rohingya in Myanmar.

Can Dundar e il quotidiano Cumhuriyet - L'ex direttore dello storico quotidiano turco oggi vive in un esilio in Germania dopo essere stato arrestato nel novembre 2015, imprigionato, processato e condannato in primo grado a 5 anni e 10 mesi di carcere con la condizionale. Nel giugno 2016 si è trasferito in Germania e ha lasciato la direzione del quotidiano, continuando però a scrivervi. Continua a essere nel mirino della procura turca, e il premio a lui sarebbe un colpo simbolico contro il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e la sua repressione della libertà di stampa.

The American Civil Liberties Union - L'associazione è stata molto attiva fin dall'insediamento di Donald Trump nella difesa delle libertà, denunciando alcune delle più controverse decisioni della nuova amministrazione americana, dal 'travel ban' al divieto per i transgender nelle file delle forze armate.

Raif Badawi - Il blogger saudita è stato arrestato nel 2012 e successivamente condannato a 10 anni di prigione e mille frustate per aver insultato l'Islam attraverso il suo sito e con commenti in televisione. Dopo aver ricevuto le prime 50 frustate, i medici hanno fatto sapere che probabilmente non sopravvivrà alle restanti.

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