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Politica

M5s prepara la battaglia sulla legge elettorale. Toninelli: "Il canguro glielo lanciamo in faccia"

Corbis via Getty Images
Corbis via Getty Images 

Una battaglia "nei confini della legalità", dice Danilo Toninelli, ma comunque una battaglia. Gli esperti di legge elettorale del Movimento 5 Stelle sono in riunione permanente per capire come "distruggere" - dicono – il Rosatellum bis che martedì approderà in Aula alla Camera. Mentre la maggioranza prova ad azzerare i voti segreti meditando l'utilizzo del cosiddetto "Canguro", ovvero lo strumento che consente di accorpare più voti, Toninelli replica dicendo che "se arriva il canguro glielo lanciamo in testa... anzi non c'è bisogno perché tanto gli si schianterà contro da solo".

Scherza ma neanche tanto colui che ha in mano il dossier sulla legge elettorale entrando e uscendo dagli uffici del gruppo con accanto i deputati della commissione Affari costituzionali. Si riflette su quale forma di protesta mettere in atto. Si escludono irruzioni negli uffici della presidenza della Camera, come già successo in passato, perché adesso i 5Stelle vogliono ritagliarsi un profilo più istituzionale. "La piazza? Ancora non lo sappiamo, decideremo appena il documento e gli emendamenti arriveranno in Aula, ma ce li faranno vedere tre ore prima", dice Toninelli. Il più movimentista di tutti, Roberto Fico, non esclude invece e auspica che dopo le proteste in Aula e l'ostruzionismo si abbandonino i banchi per andare in strada: "Sarà una settimana caldissima. Faremo opposizione dura come secondo me siamo molto bravi a fare". Tra l'altro Beppe Grillo già venerdì potrebbe essere nella Capitale, dal momento che sabato sarà presente a Marino per la proclamazione del candidato alla presidenza della regione Lazio, pertanto non si esclude anche una sua presenza per rendere ancora più forte la protesta.

Di certo i grillini depositeranno una cinquantina di proposte di modifica contro quella che Alessandro Di Battista ha definito "un golpe". Sarà chiesto di sopprimere l'obbligo dello statuto o la dichiarazione di trasparenza in occasione del deposito di liste e candidature. E poi, spiega ancora Toninelli, "presenteremo richieste come l'introduzione delle preferenze e del voto disgiunto". Il giudizio sulla legge elettorale da parte dei 5 Stelle è unanime: "È contro di noi , premia le alleanze e fa fuori noi che non ci alleiamo con i vecchi partiti", dicono.

Intanto Di Maio continua a ragionare sulla squadra di governo da presentare prima del voto tentando di preservare il precario equilibrio all'interno del Movimento. L'idea di arruolare ministri esterni, i cosiddetti tecnici, ha fatto andare in tilt buona parte dei deputati e senatori che vorrebbero essere coinvolti sia in un esecutivo sia in caso nella scelta di quest'ultimo. Per questo il candidato premier ha subito smentito qualsiasi retroscena sul caso ma la tensione resta. Roberto Fico, lo storico rivale del candidato premier, entrando nella stanza di Di Maio per un incontro sul tema dell'editoria insieme ai parlamentari che si occupano del settore, dice in modo gelido che ancora "è prematuro" parlare dei ministri: "Siamo agli albori". Sul metodo che sta utilizzando Di Maio, ovvero colloqui con deputati, senatori e rappresentanti regionali per discutere sui singoli temi, il numero uno degli ortodossi si limita a dire che gli "sembra buono, apprezzo".

Alla fine il faccia a faccia tra i due non c'è. Fico lascia la stanza di Di Maio insieme agli altri colleghi e non si intrattiene da solo con il candidato premier. "Quando ci sarà un faccia a faccia lo dirò, per ora non c'è". "Con Luigi tutto bene?", gli viene chiesto. E lui: "Alla prossima". Il chiarimento è rimandato a dopo le elezioni regionali siciliane, perché gli ortodossi aspettano il nuovo capo politico alla prova dei fatti.

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